Titolo: Rusty il selvaggio
Regia: Francis Ford Coppola
Anno: 1983
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
A Tulsa, Oklahoma, vive Rusty James, un sedicenne irrequieto e vitalissimo, scarso negli studi ma capo di una piccola banda di coetanei, implicata in risse e sfide notturne. Rusty, che vive con il padre, ex avvocato e alcolizzato, abbandonato dalla moglie, ha una vera adorazione per il fratello maggiore, partito con la sua moto per la California e "leader" di ben altra banda. Durante l'ennesima rissa, "Motorcycle boy" arriva per rientrare "in famiglia": è deluso dalle esperienze fatte, malgrado i suoi 21 anni. Rusty intanto si è innamorato di una ragazza, Patty, ma se ne stanca quasi subito. Quando viene ferito durante una rissa, si attacca alla bottiglia, continua la sua vita, a volte più spavalda che cattiva, ma parla con il padre e con il fratello della madre lontana e perduta, senza mai cessare la sua idolatria per il fratello.
Coppola doveva sicuramente aver visto il film di Hill del’79 oltre che citare alcuni tra i suoi registi preferiti. Rusty è un film magnifico e perfetto, il fumo, il sudore, il b/n, la scioltezza dei dialoghi, la genuinità della storia e delle musiche straordinarie accompagnano lo spettatore in questo film indimenticabile. Un vero cult che al di là di aver lanciato una schiera di attori come nel caso di I RAGAZZI DELLA 36°STRADA girato tra le altre cose dallo stesso regista lo stesso anno, riesce sicuramente a mostrare meglio le assurdità, il codice d’onore e le leggi della strada.
La critica poi sul ruolo della polizia e la giustizia privata nei confronti delle bande non manca di una certa riflessione sull’abuso di potere e sul senso di libertà. Motorcycle boy, magnifico nella sua entrata catartica durante lo scontro del fratellino non lesina la sua ideologia anarchica entrando in un negozio di animali e cominciando a liberarli tutti asserendo la metafora dei pesci combattenti che come dice lo stesso personaggio "non combatterebbero se fossero nel fiume, se avessero più spazio" come d’altronde tutti i guerrieri che come lui si rendono contro di essere intrappolati da un sistema che prima o poi li condanna a morte certa.
Le interpretazioni sono intense. Hooper e Rourke su tutti entrambi padroni di dare una profonda caratterizzazione e senza dimenticare la parte minore del sempre ottimo Tom Waits.
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