Australia. Zephyr è una surfista che, spirito libero, viaggia assolutamente da sola alla ricerca delle onde migliori. Fa casualmente conoscenza con Moses, che ha bisogno dei cavi appositi per mettere in moto la propria auto. Scocca una scintilla, ma dopo una notte appassionata, lo spirito libero di Zephyr prevale e lei sgattaiola via da sola verso la prossima spiaggia. In un parcheggio, però, si imbatte in Tucker, che ha una barca con cui conduce i turisti in mare a vedere gli squali, ma è soprattutto un feroce serial killer che ama filmare belle ragazze divorate dai pescecani. Zephyr viene catturata e portata in alto mare verso un destino avverso che deve cercare di scongiurare
Alla fine il concetto è sempre lo stesso. L'uomo fa più paura di ogni squalo o altro essere della terra. La sua natura lo dimostra. In questo caso uno psicopatico che si è scelto quello che lui definirebbe un hobby molto divertente, che gli permette di fare quello che più gli piace e gli porta anche in tasca dei bei quattrini.L'idea di ibridare il popolato sottogenere dei film sugli squali con quello ancor più popolato dei film sui serial killer è interessante e relativamente originale. Zephyr è l'anomalia che Tucker non si aspetta. La final girl che a differenza delle precedenti donne uccise ci tiene a far capire che venderà cara la pelle nonostante tra i due anche a livello fisico ci sia uno squilibrio notevole. Il ritmo della pellicola è invidiabile, funziona su quasi tutti i percorsi che decide di intraprendere e attraversare e Jai Courtney aveva già dimostrato di essere un buon attore ma senza avere il peso del film sulle sue spalle e qui il lavoro è intenso dando una caratterizzazione anche per certi versi originale nel mostrare gli squilibri di un essere solitario che preferisce la compagnia degli squali a quella degli esseri umani

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