Titolo: 47 metri
Regia: Johannes Roberts
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 3/5
Due giovani sorelle - Lisa e Kate -
sono in vacanza in una località marina in Messico. La situazione
sarebbe ideale per svagarsi alla grande, ma Lisa è turbata per
essere stata lasciata dal suo fidanzato. Così Kate, la più
disinvolta delle due, cerca di farla divertire portandola fuori di
notte a spassarsela. Due giovani messicani propongono alle ragazze di
provare lo sballo di un'immersione in una gabbia in un luogo
infestato da squali: totalmente sicuro, totalmente avvincente. Lisa,
preoccupata, è titubante, ma dato che è stata lasciata dal
fidanzato proprio perché ritenuta noiosa, decide, spinta dalla
sorella, di tentare la botta di vita. Quando vede la vecchia gabbia
arrugginita del "capitano" Taylor, Lisa è di nuovo colta
da dubbi, ma Kate è risoluta: l'avventura va vissuta. In mare aperto
vengono gettate le esche per attirare gli squali che subito arrivano.
Poi le ragazze si calano in mare dentro la gabbia per potersi godere
la vista degli squali al sicuro della loro protezione. Ma per un
problema tecnico la gabbia precipita a 47 metri di profondità e le
ragazze si trovano nei guai con poca aria e troppi squali.
Che lo shark movie sia un sotto genere
ormai abusato è un dato di fatto.
Prove di sopravvivenza, cloni di
squali, esperimenti genetici, sotto prodotti amatoriali o virati sul
trash e poi i blockbuster.
47 metri del mestierante Roberts, una
filmografia abbastanza sfortunata, riesce nonostante una regia molto
tecnica a portare a casa il suo film di genere migliore.
Qui lo sport estremo gioca un bel
connubio con il survival movie e un'atmosfera davvero claustrofobica
dove il gioco forza delle due sorelle produrrà tutta la materia
drammatica dovuta e necessaria per dare pathos e atmosfera al film.
47 metri come Open
Water cerca la soluzione
più faticosa ed estrema, senza mettere troppa carne al fuoco, con un
ritmo abbastanza soporifero per un finale e un ritmo tutto sommato
centellinato come le risorse e le aspettative di vita delle ragazze
che riescono a non far cadere mai troppo o sbilanciare il binomio del
ritmo claustrofobico. Un film che negli intenti riesce sicuramente a
far meglio di PARADISE BEACH trovando nello schema corale un maggior
ritmo e giocando sulle differenze e le diversità delle due sorelle
entrambe destinate a doversi scontrare con l'orrore vero dove lo
squalo per assurdo passa pure in secondo piano.
Ottimo il finale che non concede
soluzioni facili e il tipico happy ending facile da trovare negli
horror destinati al cinema che qui se così fosse stato ne avrebbe
distrutto tutti gli intenti.
47 metri è composto soprattutto di
tensione, regalando molto tempo con uno sguardo profondo ai difficili
rapporti e agli aspetti umani, la solitudine e la disperazione che
prevaricano giocando un bel braccio di ferro tra le due complesse
psicologie delle protagoniste e poi tanta, tanta suspance che
dimostra ancora una volta come l'abisso e l'ambientazione marina
rimangono sempre sinonimo di una minaccia incombente più forte di
noi
Pochissime le pecche, se vogliamo
proprio trovarne qualcuna diciamo la tipica vittima sacrificale e la
corda ormai consumata dalla salsedine. Potevano trovare degli
espedienti un pò più originali.
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