Titolo: Triple Frontier
Regia: J.C.Chandor
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Santiago è un militare americano con
addestramento d'élite che lavora per una compagnia privata in
Colombia, dove pianifica un assalto a un ricco narcotrafficante. Per
realizzarlo collabora con la bella Yovanna, che svolge alcune
consegne per il narcos ed è entrata nella sua villa. Inoltre, con la
promessa di evitare vittime civili e di consegnare parte del bottino
alla CIA, Santiago torna negli Stati Uniti per reclutare i suoi ex
commilitoni, che non se la passano benissimo. William insegna alle
reclute, suo fratello Ben combatte nel giro delle MMA, il pilota
Francisco è nei guai con la legge e il loro leader, Tom, è
divorziato e preoccupato di non poter garantire un futuro sicuro ai
propri figli. Santiago avrà gioco facile nel convincerli a
partecipare all'avventura.
Triple Frontier è il tipico film che ti piazza una smorfia sul viso prima di vederlo.
Partendo dagli attori: Oscar Isaac
ormai è come il prezzemolo nei film (ovunque) funzionale ma nulla
più, Affleck ormai è il fantasma di se stesso alcolizzato e gonfio
come se lo avessero preso a cazzotti, Hunnam rimarrà sempre Jax nei
cuori degli amanti della serie cult ( e finora l'unico ruolo davvero
che gli è rimasto impresso), infine Hedlund che sta provando come
biondino a ritagliarsi qualche ruolo importante e infine la regia di
J.C.Chandor, che diciamolo pure, confeziona il suo film migliore dopo
aver dato prova di saper fare del buon cinema con il survivor di All
is lost
(Redford contro le forze della
natura).
Qui cambia scenario, lo schema è
corale, c'è tantissima azione, i cartelli, il mondo della droga, la
corruzione, alcune location riprese con una fotografia splendida in
grado di risaltarne i colori (parlo del confine tra Paraguay,
Argentina e Brasile).
E poi quando ti aspetti l'aspetto
perturbante reazionario dietro l'angolo, il film invece fa un
rovescio della medaglia dimostrando come i veterani di guerra sono
servi usati dal governo per i loro scopi e poi lasciati a invecchiare
o morire dentro ospedali o a darsi alla droga o all'alcool.
In questo caso in mezzo ad una giungla
senza aiuti e smarriti negli ideali come negli intenti e dove la
bandiera a stelle e strisce non serve più, dovranno cavarsela da
soli spesso scontrandosi e dovendo purtroppo sapere che mettersi
contro un cartello significa morte certa.
Triple Frontier inoltre, altro elemento
a favore del film, è stato scritto dallo sceneggiatore, nonchè il
giornalista Mark Boal (ZERO DARK THIRTY, HURT LOCKER, DETROIT, NELLA
VALLE DI ELAH) praticamente colui che ha reso possibili gli ultimi
importanti film della Bigelow, la quale avrebbe dovuto dirigerlo lei
inizialmente il film.