Nel 2018 il sergente John Kinley sta
supervisionando con i suoi uomini un posto di blocco sulle strade
dell'Afghanistan. Nel corso dell'operazione un camion bomba esplode
uccidendo uno dei soldati e l'interprete assegnato alla squadra.
Kinley si affiderà quindi ai servizi di Ahmed, un nuovo interprete
dalla storia personale ricca di ombre e con un forte spirito
indipendente, tanto che sarà a volte lui a prendere in mano la
situazione, risultando per altro assai utile alla squadra. Quando
un'operazione finisce in tragedia, toccherà ad Ahmed cercare di
salvare Kinley nel bel mezzo dei territori talebani. Ma se anche ci
riuscisse, l'esercito degli Stati Uniti saprà davvero ricompensarlo
per i suoi eroici sforzi?
Covenant aveva tutti gli elementi per farsi disprezzare elogiando i paladini americani e di fatto regalando agli yankee un film reazionario e scontato. Invece grazie ad un soggetto che racconta una storia poco nota, con tutti i clichè e gli assurdi possibili in termini di sforzi umani e di politiche sbagliate riesce a non essere così intriso di patriottismo e di valori spicci creando quell'humus culturale tra due persone completamente agli antipodi che di fatto devono imparare a fidarsi l'uno dell'altro. Il finale poi con l'inserimento di Anthony Starr a salvare la baracca con quelle battute che sembrano un bluff "Se sapevo che eri tu, lo avrei fatto gratis". Covenant sperimenta un Ritchie ormai in totale declino in un genere in cui non si era mai cimentato dando campo libero a Gyllenhall e al suo estro e infilando il paradossale mito del buon soldato nella guerra in Afganistan
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