Titolo: Giustiziere della notte(2018)
Regia: Eli Roth
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Paul Kersey è un chirurgo che vive una
vita tranquilla e coscienziosa, tenendo a bada la propria
aggressività. Quando la sua famiglia viene colpita brutalmente,
tutta la sua rabbia esplode e, dopo aver preso per sé la pistola di
un giovane membro di una gang, inizia a fare giustizia a modo suo per
le strade di Chicago. La sua prima impresa viene filmata da un
testimone e il video diventa virale, facendo di lui una specie di
celebrità, anche se Paul vuole solo ritrovare la pace raggiungendo i
criminali che hanno distrutto la sua famiglia.
Prima di tutto devo fare una
confessione: odio il cinema reazionario americano.
La scena più assurda del film avviene
quando Bruce è in sala chirurgica e sta cercando di salvare la vita
ad uno spacciatore che vorrebbe vedere morto.
Mentre esegue le analisi con il resto
del reparto appiccicato al culo, ecco che come per magia dalla giacca
della vittima, cade un ferro enorme che il nostro Bruce, senza che
nessuno se ne accorga, si infila in saccoccia senza dire nulla.
Questa breve scena rappresenta il non
sense generale dell'intero film.
E'un film di assurdi e scene che non
tornano quello di Roth che ormai sembra aver toccato il fondo, o ci
sta arrivando molto velocemente. Senza aver mai dato chissà quale
merito alla settima arte, l'amico di Tarantino, aveva esordito e si
era dato da fare nell'horror cercando almeno di non essere un
mestierante come tanti.
Sarebbe curioso sapere il perchè di
questo film. Perchè è stato fatto e soprattutto da chi è stato
voluto. Seguaci di Trump? O forse la lobby delle armi. Penso la
seconda.
Anche perchè "non" ci
troviamo di fronte ad un remake dell'originale come invece lo stesso
regista e la critica ammette. In quel caso si prendeva di punta il
vigilantismo (la vendetta privata) cercando di dividere l'americano
dal grilletto facile da quello democratico che invece preferisce il
processo.
Al di là delle divagazioni politiche
il film è girato di fretta e male.
Willis non azzecca un'espressione e
mette su la stessa espressione che sta collezzionando diciamo negli
ultimi imbarazzanti film. D'Onofrio lo difendo perchè sembra
prendere in giro addirittura il suo ruolo per quanto è celebroleso e
sembra ghignare sotto la maschera.
L'unico elemento su cui il film poteva
lavorare per cercare di non sembrare così tragi comico (alcune morti
sono così imbarazzanti e comiche che spero siano una scelta voluta)
era quello di puntare tutto sul travaglio interiore del protagonista
e muovere il film in base ad esso.
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