Titolo: Racconto dei Racconti
Regia: Matteo Garrone
Anno: 2015
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
1600. Una regina non riesce più a
sorridere, consumata dal desiderio di quel figlio che non arriva. Due
anziane sorelle fanno leva su un equivoco per attirare le attenzioni
di un re erotomane sempre affamato di carne fresca. Un sovrano
organizza un torneo per dare in sposa la figlia contando sul fatto
che nessuno dei pretendenti supererà la prova da lui ideata, così
la figlia non lascerà il suo fianco e i confini angusti del loro
castello.
Il Racconto dei Racconti è un film
ambizioso, quanto solo apparentemente semplice, che nella sua sottile
linea di confine tra i generi, ne sancisce una complessità
strutturata e intelligente.
Un film senza tempo come da favola
seppur tratto con grande libertà creativa, da tre racconti de "Lo
cunto de li cunti", la raccolta di fiabe più antica d'Europa,
scritta fra il 1500 e il 1600 in lingua napoletana da Giambattista
Basile.
Eros e Thanatos sono ossessioni
supremamente vitali, i re come le regine diventano bambini lasciando
il posto a giovani più maturi di loro.
L'amore ancora una volta è la sottile
linea che lega tutte le tre storie, il fascino proviene
dall'evocazione dei sentimenti più che dalla messa in scena, dalle
dilatazioni temporali a dispetto di un ritmo smodato su cui
probabilmente molti sono rimasti delusi.
Un fantasy anomalo, una fiaba adulta,
dove orchi e draghi fanno meno paura di principi e re lunatici oppure
di altri re, che non sapendo gestire i rapporti con i consanguinei
crescono pulci di nascosto.
Garrone si rivela uno dei registi più
controversi del suo tempo, cercando di dare al cinema italiano, una
crescita e un valore che piano piano sta scomparendo come se non
fosse mai esistito.
La sua scelta dunque è ancora più
interessante e avvalorata da una convinzione e un credo, quello del
cinema e della sua intramontabile passione, di chi cerca sempre di
portare a termine scommesse difficili e scomode.
Il cast del film rende appieno questa
atmosfera diviso come negli intenti per scelte e contorni, prendendo
solo qualche volto noto del cinema italiano, ma senza dargli troppo
risalto.
Funzionale ancor di più il carattere
corale e la scelta di montare parallelamente le storie senza
dividerle, ma creando ancora di più quell'intreccio che viene
approfondito nella scena finale.
Garrone poi e su questo molti
storceranno il naso pensando che il film abbia fallito, si sottrae
all’abusato andamento di trasposizione cinematografiche di una
storia non moderna, scegliendo e narrando di un medioevo distante
dalle raffigurazioni e dallo stampo hollywoodiano o delle serie che
negli ultimi anni hanno spopolato il cinema.
Da questo punto di vista il film è
straordinariamente originale.
Nessun commento:
Posta un commento