Titolo: Love
Regia: Gaspar Noè
Anno: 2015
Paese: Francia
Giudizio: 2/5
Murphy ha sposato Omi con un matrimonio
riparatore, poichè Omi è rimasta incinta della loro figlioletta
durante un rapporto non protetto. Quel rapporto occasionale è stato
la causa della drammatica rottura fra Murphy e il suo grande amore,
Electra. La mattina del primo dell'anno la madre di Electra telefona
a Murphy e lo informa di non avere più notizie della figlia, ed
essere preoccupata perchè la ragazza soffre di tendenze suicide.
Nell'arco di 24 ore Murphy ripercorrerà con la memoria le tappe
della sua folle passione per la sua ex anima gemella, cercandone il
perdono.
Gaspar Noè è un regista che reputo
molto interessante. Ogni suo film viene sempre anticipato come
qualcosa di scandaloso, esplicito e perturbante.
A mio avviso Noè è anche un regista
che comincia ad avere un'età e il suo ultimo film sembra l'opera
meno matura che si sia mai degnato di fare arrivando lui stesso a
parlare di "sessualità sentimentale". Mi sfugge il perchè
del 3d ma avendolo visto in 2d non voglio nemmeno pensarci.
La sua politica, i suoi temi
ricorrenti, il suo modo di provocare il pubblico e la critica, sono
tutti elementi che in questo menage a trois non sembrano sortire lo
stesso effetto dei film precedenti Ormai il pubblico non si lascia
addescare sentendo solo la parola fellatio, porno
arthouse,masturbazioni, eiaculazioni verso il pubblico (spiegato
forse l'uso del 3d), penetrazioni filmate dall'interno di una vagina,
triangoli, fellatio, cunnilingu, etc, altrimenti si sposterebbe su un
porno e farebbe molto prima.
Lo scandalo trattando il sesso (e solo
in parte l'amore) uno se lo poteva pure aspettare, anche se in questo
caso è più l'elemento esplicito che non disturbante, ma almeno con
una trama dietro, cercando almeno ai minimi termini di
contestualizzare la materia in modo che meritasse una messa in scena
di un certo tipo e non un capriccio su come senza il preservativo si
rischia di commettere una cazzata prendendosi poi le proprie
responsabilità.
Quindi una provocazione per poi dare
una dose di morale su come i giovani-adulti pensino sempre che il
cazzo non vuole pensieri.
Love arriva tardi, forse troppo,
cercando qualcosa di nuovo da dire ma senza riuscirci e sapendo bene
che molti altri registi, esagerando di meno, sono stati molto più
provocatori, lasciando di sicuro il segno. Rimane un esercizio di
estetica formidabile, che ancora una volta nel suo clima malato e
onirico, in un’alterazione delle immagini e poi della coscienza che
rimane forse l'unico vero marchio del regista.
Nessun commento:
Posta un commento