Titolo: Baskin
Regia: Can Evrenol
Anno: 2015
Paese: Turchia
Giudizio: 4/5
Un gruppo di poliziotti turchi,
chiamati in una desolata area urbana, si ritrovano faccia a faccia
con la squallida e insanguinata tana di un rituale satanico in un
edificio abbandonato.
Mi ero sbagliato. La prima volta che
vidi Baskin, appena uscito, ero rimasto tra i moderati, ovvero quelli
che si erano esaltati ma avevano messo un po in croce la storia
misera e il finale davvero enigmatico e filosofico ma soprattutto
archetipico, psicanalitico e onirico, prendendo in prestito e
attingendo dalle religioni orientali ma di fatto lasciando il seme
del dubbio che sia stato chiaro o no almeno per chi la scritto.
Un film che però assieme a Void
ha decretato due grand guignol dello splatter, due filmoni in cui
sette da una parte e orrore cosmico dall'altra ci hanno regalato
momenti di pura estasi.
Se togliamo davvero il finale, la
trama, la caratterizzazione dei personaggi (quasi tutto insomma) il
film rimane comunque sporco e grezzo e vive di luce propria pur senza
preoccuparsi del resto.
Un buddy movie tra poliziotti corrotti
che abusano per tutto il tempo del loro potere fino a che non
arrivano in questa sorta di mausoleo abbandonato dove sta succedendo
il finimondo.
Anche quando entriamo nel clou della
storia ovvero il punto dove convoglia tutta l'azione, di per sè
quello che capita all'interno avviene in maniera piuttosto affrettata
e senza metterci troppo tempo ci troviamo già nelle cantine alle
prese con la tortura e il rituale.
Per non parlare poi di Mehmet
Cerrahoglu che davvero risulta spaventoso, il perfetto leader freak
della setta, aderendo perfettamente ad un personaggio inquietante.
Qui un grandissimo merito bisogna anche darlo alla XYZ films, ovvero
niente di meno che la casa di produzione creata nel 2008 con
l’intento di scovare talenti registici in giro per l’Orbe
terraqueo con risultati come Raid
2, Spring,
Frankenstein's
Army, Invitation.
Evrenol è un regista ebreo turco,
sconosciuto ma che qui al suo esordio se ne esce con un film
assolutamente indimenticabile e sorprendente per come sia stato
intessuto di elementi squisitamente aderenti e funzionali al genere.
Uno dei quei film in cui la messa in scena supera tutto il resto e la
trama pur striminzita rimane comunque il collante giusto per far
tornare quasi tutto fino al climax finale. Un film davvero grondante
sangue e frattaglie, con famiglie di bifolchi che vivono in mezzo ad
una strada raccogliendo rane, a incubi feroci, sogni dentro al sogno
e un'aldilà a cui ognuno di noi sembra dare una spiegazione e
un'importanza diversa chi aspettandolo e andandoci incontro
sacrificando la vittima prescelta o chi ne ha solamente una paura
fottuta e prega sperando che il suo aldilà possa essere celestiale e
meraviglioso.
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