La terza stagione di The Bear si apre con un episodio suggestivo e spiazzante: dopo la frenesia della puntata che chiudeva la stagione precedente, durante la quale Carmy rimaneva chiuso - proprio nel giorno più importante della sua vita - nel frigo, Tomorrow è un lungo, alienante e suggestivo flashback. Un episodio sul passato per lo più muto, composto dei frammenti della sua esperienza come apprendista chef nelle cucine dei ristoranti stellati di New York, Copenhagen, Yountville e Chicago (tornano in due camei gli chef interpretati da Joel McHale e Oliva Colman) collegati dall’incessante, mesmerizzante colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross. Per poi tornare, nei nove episodi rimanenti, ai consueti ritmi indiavolati del ristorante creato da Carmy e Syd.
Con un pilot stupendo e sorprendente si apre un'altra stagione della serie tra le migliori mai uscite finora nel panorama seriale. L'episodio filler o recap per alcuni superfluo mostra come tutto in questo episodio è perfettamente calcolato con assoluta perizia, struttura narrativa, fotografia, montaggio, l'utilizzo della musica praticamente senza dialoghi. Tre quarti delle inquadrature sono completamente inedite e raccontano alcuni lati ancora non mostrati del lutto di Carmy per il suicidio del fratello e il conseguente rifugio nella cucina, mondo che lui ama ma che usa per rifugiarsi in un luogo in cui può non autorizzarsi a stare male. E qui tocca aprire una parentesi su Claire.
A chiunque sarebbe piaciuto scoprire
come poteva evolversi la situazione ma è ancora più interessante
una serie che resta fedele a se stessa e alla sua narrazione della
vita vera perchè a volte le cose le mettiamo in pausa senza
concedercele. I camei sono fantastici a partire da tutti i personaggi
che ritroviamo come alcuni componenti della famiglia Berzatto con
l'episodio in cui Michael e Richard conoscono Tina nella tavola calda
( un episodio davvero commovente in cui scopriamo la forza di volontà
e temerarietà di Tina che d'altronde non sorprende come nelle
precedenti puntate) l'episodio del parto con una sempre in forma
smagliante Jamie Lee Curtis e poi l'episodio clamoroso della
dipartita di chef Terry, un'Olivia Colman al top, e tutta la galleria
di personaggi e come si svolgono gli eventi. The Bear cambia, trova
sempre sentieri diversi e spiazzanti, non è mai mono tono ma cerca
di trovare nuovi linguaggi e sistemi di messa in scena. Per questo
rimane il top.
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