New York, 1846, quartiere di Five Points.Una cruenta battaglia tra gangs sancisce il trionfo di William Cutting detto Billy the Butcher, capo dei nativi americani e la morte di Padre Vallon, protettore degli emigranti. Sedici anni dopo il figlio di questi, Amsterdam, esce dal riformatorio fermamente deciso a ingraziarsi l'assassino di suo padre per poi fare vendetta. Conosciuto Billy, Amsterdam ne viene in pratica adottato e arriva a salvargli la vita. Una volta scoperto e sfigurato, si risolverà a combattere apertamente contro di lui. Ma sono gli anni della Guerra Civile: l'ultimo scontro tra le gang sarà decisamente superato in violenza e ferocia dall'intervento delle truppe inviate a far rispettare la coscrizione obbligatoria.
Gangs of New York rimane forse il progetto più ambizioso di Scorsese. Un kolossal dalle mille pretese che vuole fare il verso a Griffith narrando un arco di storia di vent'anni al cui interno succede di tutto (la frontiera che diventa città, il western che diventa un gangster movie, la Guerra Civile e l'abolizione della schiavitù) con un'incredibile voglia ma un non meglio precisato sodalizio con le maestranze e un cast variegato dove mentre brilla sempre la stella del Macellaio lo stesso non si può dire per Amsterdam e altri co-protagonisti. Gangs of New York è così simbolico, raffazzonato, identitario, complesso e stratificato dove emergono più di tutte le sue radici europee, il concetto di una religione forse pre-cristiana, le bande, il tutto con contorni sociologici e antropologici importanti anche se spesso fuori controllo, dove anche in questo caso non esiste un vero cattivo, tutti combattono per un proprio credo e portano rispetto al nemico come nel caso di Bill. Con un finale roboante dove forse è emblematico l'arrivo dell'esercito a porre fine alle guerre tra bande, mettendo fine ad un ciclo e ad un concetto di battaglia molto più crudele ma senza un'imposizione massiccia delle armi (sembra quasi una metafora del genocidio degli indiani d'America). Gangs of New York è meraviglioso in tantissimi punti e noioso all'inverosimile in altri (la storia d'amore e la Diaz in questo sono tra i punti più bassi). Un film che doveva durare più di quattro ore, tagliato e mozzato in fase di montaggio per troppe volte.
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