Titolo: Non aprite quella porta 2
Regia: Tobe Hooper
Anno: 1986
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Sono passati molti anni dagli eventi
del primo film, ma la famiglia di Leatherface sembra essere ancora in
circolazione: ad affrontarli saranno la DJ di una radio locale ed uno
sceriffo in cerca di vendette personali.
Averne di sequel come questo che pur
essendo dichiaratamente una parodia vera e propria riesce a fare quel
salto in avanti per qualità, messa in scena, idee, mostri e luoghi
abitati dai redneck esageratamente lugubri, sporchi, inospitali e
inquietanti.
Un grande padre che nasconde e ciba i
suoi figli.
La nostra famiglia di mostri mai così
in forma, una protagonista che ancora una volta è la final girl
chiamata a dare un taglio alla faccenda dal momento che quei fatti
del primo film ancora non erano stati chiariti, e infine un ispettore
interpretato da niente poco di meno che Dennis Hopper che, con seghe
elettriche alle mani, decide di vendicarsi della famiglia di freaks
sgominandoli nella loro tana.
Meno cruento, con alcune battute idiote
che ricalcano la psicologia dei bifolchi, nel loro uscire dalla tana
per scoprire il mondo di fuori e attaccarlo seguendo le indicazioni
del padre padrone.
Il sequel voluto da Hooper, regista tra
i più importanti del genere, mostra a differenza della casa iniziale
del primo capitolo, un lavoro fatiscente di ricostruzione degli
ambienti portandoci nell'atto finale a vedere e sentire cosa si
nasconde in quella sorta di grotta, come vengono impiegati i
cadaveri, come nasce la carne che diventa hamburger per la cittadina
e tanti altri aspetti con una solida matrice splatter e i tipici
elementi del torture porn e tutto il resto.
Hooper è stato criticato per questo
film forse perchè molti si aspettavano una continuazione o un
ripetere un capolavoro già fatto, ma invece proprio
destrutturalizzando il suo precedente lavoro, dandogli una
connotazione completamente differente, che lo si possa apprezzare
oppure no, prosegue con un horror grindhouse che nel terzo atto
compie la parabola migliore confermandosi un b-movie come ci si
aspettava, un polpettone gore raffinato e succulento.
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