domenica 15 dicembre 2019

Non aprite quella porta 2


Titolo: Non aprite quella porta 2
Regia: Tobe Hooper
Anno: 1986
Paese: Usa
Giudizio: 3/5

Sono passati molti anni dagli eventi del primo film, ma la famiglia di Leatherface sembra essere ancora in circolazione: ad affrontarli saranno la DJ di una radio locale ed uno sceriffo in cerca di vendette personali.

Averne di sequel come questo che pur essendo dichiaratamente una parodia vera e propria riesce a fare quel salto in avanti per qualità, messa in scena, idee, mostri e luoghi abitati dai redneck esageratamente lugubri, sporchi, inospitali e inquietanti.
Un grande padre che nasconde e ciba i suoi figli.
La nostra famiglia di mostri mai così in forma, una protagonista che ancora una volta è la final girl chiamata a dare un taglio alla faccenda dal momento che quei fatti del primo film ancora non erano stati chiariti, e infine un ispettore interpretato da niente poco di meno che Dennis Hopper che, con seghe elettriche alle mani, decide di vendicarsi della famiglia di freaks sgominandoli nella loro tana.
Meno cruento, con alcune battute idiote che ricalcano la psicologia dei bifolchi, nel loro uscire dalla tana per scoprire il mondo di fuori e attaccarlo seguendo le indicazioni del padre padrone.
Il sequel voluto da Hooper, regista tra i più importanti del genere, mostra a differenza della casa iniziale del primo capitolo, un lavoro fatiscente di ricostruzione degli ambienti portandoci nell'atto finale a vedere e sentire cosa si nasconde in quella sorta di grotta, come vengono impiegati i cadaveri, come nasce la carne che diventa hamburger per la cittadina e tanti altri aspetti con una solida matrice splatter e i tipici elementi del torture porn e tutto il resto.
Hooper è stato criticato per questo film forse perchè molti si aspettavano una continuazione o un ripetere un capolavoro già fatto, ma invece proprio destrutturalizzando il suo precedente lavoro, dandogli una connotazione completamente differente, che lo si possa apprezzare oppure no, prosegue con un horror grindhouse che nel terzo atto compie la parabola migliore confermandosi un b-movie come ci si aspettava, un polpettone gore raffinato e succulento.


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