Titolo: Bird Box
Regia: Susanne Bier
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Malorie, incinta al nono mese, è tra i
pochi sopravvissuti a una serie di suicidi di massa che ha decimato
la popolazione mondiale. Barricata in una casa insieme ad altre
persone, la donna cerca di elaborare una strategia per sopravvivere
in un mondo in cui basta tenere gli occhi aperti per morire. Una
madre deve portare in salvo i suoi due bambini. Lo deve fare sapendo
di non poter contare sulla vista, lo deve fare bendata. Anche i suoi
bambini sono bendati ("Se ti levi la benda, muori. Se guardi,
muori. Hai capito?"). Insieme, questi tre individui fragilissimi
e ciechi devono navigare lungo un fiume, affrontarne le rapide,
penetrare un bosco, combattere a colpi di remi, mazze, cazzotti,
coltelli e oggetti di fortuna contro nemici naturali e
sovrannaturali. Qualcos'altro? Volendo, sì. Anche se il cuore del
film è tutto qui.
Negli ultimi anni il sotto genere post
apocalittico è stato molto prolifico. Per gli ultimi anni intendo
almeno dal 2010 ad oggi, in cui i rumori, i suoni, tutto poteva
essere usato come deterrente, una reale minaccia e uccidere nel
peggiore dei modi. In questo caso un virus che passa attraverso uno
sguardo non è così banale come idea, come insegnava Palahniuk in
Ninna Nanna, tutto può spaventare e far riflettere in fondo.
Susanne Bier, una regista che mi piace
molto e di cui ho recensito diversi film, si ritrova anche lei a fare
i conti con un sotto genere che diciamolo pure sta andando molto di
moda ed è profetico per cercare soluzioni narrative originali.
Grazie a Netflix esce Bird Box un film sicuramente non brutto,
recitato bene, non amo la Bullock, che dura forse troppo scegliendo
il lungo quando il materiale poteva portare anche ad una mini serie,
altro espediente che negli ultimi anni va parecchio in voga.
La metafora, che non avendo letto il
romanzo non posso sapere se è il punto focale, è interessante in un
epoca ormai soppiantata dall'ego digitale. Guardare diventa
impossibile. Questo elemento azzera i nostri ultimi processi di
relazionarsi e di mostrarsi, come in parte avveniva nel Blindness
tratto dal bellissimo romanzo di Saramago, portando ad un riflessione
e una metafora che nella lunga durata poteva pungere di più senza
limitarsi a cercare le solite sotto storie tra personaggi nemmeno
così interessanti.
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