Titolo: White boy rick
Regia: Yann Demange
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Detroit, 1984: l'adolescente Rick vive
con il padre, un piccolo trafficante di armi che sogna di aprire una
videoteca, da quando la madre e la sorella maggiore se ne sono andate
di casa. Vendendo armi a basso prezzo, Rick si guadagna il rispetto
delle bande di criminali del quartiere e, in un mondo composto
unicamente di neri, diventa per tutti "White Boy Rick".
Ricattato dall'FBI, che avrebbe le prove per incriminare il padre,
Rick accetta suo malgrado di fare l'informatore e contribuisce a
smantellare una rete di spacciatori e poliziotti corrotti che arriva
fino all'ufficio del sindaco. Quando però comincia a spacciare per
conto proprio viene arrestato e condannato all'ergastolo, nonostante
la giovane età e il lavoro svolto fino a quel momento per le
autorità.
Di nuovo la storia di un anti eroe
americano. Un ragazzo molto giovane che si è trovato ad essere
presto molto ricco e molto importante, che negli anni di Reagan però
se commerciavi armi e droga significava diventare molto pericoloso
sotto tutti gli aspetti.
Finalmente torna Demange, e avercene di
registi come lui, un volto interessante, purtroppo non molto
prolifico che con '71, passato in sordina un po da tutti, aveva
dimostrato di saperci fare.
Caratteristica che mantiene anche in
questo suo secondo film, anche se continuo a preferire '71.
White boy rick, così lo chiamavano,
mantiene molti traguardi, ha una parte tecnica e una scelta rigorosa
delle musiche e della scenografia, nonchè dei costumi che ti
riportano in quegli anni.
La storia è un viaggio di formazione
nel "male" dove un giovane ragazzo impara presto e a sue
spese cosa significa entrare in un sistema dove politica e mafia
vanno a braccetto e quando c'è bisogno di facce pulite da spedire in
prigione è facile trovare alla propria mercè, vittime sacrificali.
Il film per tutta la sua durata
mantiene un bel ritmo, gli attori sono tutti ottimi, Matthew
McConaughey che rischiava di ritrovarsi nel solito personaggio che
interpreta molto bene, riesce invece ad essere diversificato e il
cambiamento del suo personaggio è uno degli aspetti più
interessanti del film, come il rapporto con la sorella e con i
poliziotti che fanno fare il doppio gioco al figlio.
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