Titolo: Polar
Regia: Jonas Åkerlund
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Duncan, noto nell'ambiente dei sicari
come l'infallibile Black Kaiser, è prossimo alla pensione, che
vorrebbe godersi in una zona remota e innevata, lontano da tutto e da
tutti. Accetta un ultimo incarico, congegnato come una trappola, ma
sopravvive senza problemi e nel mentre conosce una giovane con cui
inizia un'amicizia. Blut, a capo dell'organizzazione di sicari per
cui Duncan ha lavorato per decenni, vuole eliminare gli agenti che
come lui sono prossimi al ritiro e non hanno eredi, quindi assegna a
una letale squadra il compito di farlo fuori. Ma il Black Kaiser non
è affatto un bersaglio facile e lo guerra tra lui e Blut vivrà una
continua escalation...
Ci sono film che vanno valorizzati per
quello che sono. Prendere sul serio un film come Polar non ha molto
senso dal momento che dalla locandina, dal primo frame, tutto è
indirizzato verso il puro intrattenimento sdoganato a
profusione.
Polar infatti è puro intrattenimento
con protagonista il marmoreo Mads Mikkelesen.
Basato su un fumetto diventato poi
graphic novel, Polar è un'opera abbastanza folle e affascinante che
richiama tutti gli stereotipi e i luoghi comuni dell'action americano
dichiarando il proprio amore per l'universo tamarro del cinema e
della letteratura pulp, qui virati su una violenza colorata e
sgargiante, piena di effetti kitch e tantissimo sangue.
Saturato dall'inizio alla fine con un
bel gioco di colori e dei costumi bizzarri, poteva concedersi almeno
qualche miglioria per quanto concerne la caratterizzazione dei
personaggi.
Polar è così dichiaratamente di
genere che fa in modo che l'ironia e l'auto ironia funzionino
convivendo nel migliore dei modi, mettendo insieme dinamiche da
killer professionista con tecniche più all'avanguardia e ai limiti
del non sense, come ad esempio la scena in cui comanda digitalmente
dei mitragliatori o dove a petto nudo in piena tundra si mette a fare
il cecchino contro i nemici.
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