Titolo: Killing of a sacred Deer
Regia: Yorgos Lanthimos
Anno: 2017
Paese: Gran Bretagna
Giudizio: 4/5
Steven è un cardiologo: ha una
bellissima moglie, Anna, e due figli, Kim e Bob. All'insaputa di
costoro, tuttavia, si incontra frequentemente con un ragazzo di nome
Martin, come se tra i due ci fosse un legame, di natura ignota a
chiunque altro. Quando Bob comincia a presentare degli strani sintomi
psicosomatici, la verità su Steven e Martin sale a galla.
Lanthimos è un regista che ha un dono
come Dumont e Haneke: disturbare facendolo molto bene.
Il suo ultimo film ne è la prova
ultima che pone tra l'altro l'autore a livelli molto alti per quanto
concerne la sceneggiatura tirando in ballo la tragedia greca, tanta
psicologia e ogni frame che sembra appunto nascondere un'insidia
psicologica.
Espiazione e vendetta sono questi i due
temi della vicenda. Una storia che vive di non detti che lascia per
tutto il film quella sensazione costante che qualcosa di terribile
stia per accadere e la regia minimale con inquadrature fisse e molto
geometriche nello studio degli spazi e delle location utilizzate (in
particolar modo la villa) aiuta ancora di più a rendere palese
questo dramma e tutti i suoi risvolti.
Con un finale aperto e un cast ben
misurato (Farrell e la Kidman vuol dire andare sul sicuro dopo la
buona prova in Inganno
della Coppola a cui aiuta un'inquietante Barry Keoghan giovane e già
visto in diverse pellicole) il thriller psicologico e home-invasion
presentato in concorso al festival di Cannes 2017, vincitore ex-aequo
del premio alla sceneggiatura, del regista della new-wave greca fa un
altro passo in avanti regalando un'opera per certi versi
indimenticabile soprattutto contando gli orrori che la famiglia vedrà
a spese dei propri figli e un finale che sembra un urlo disperato di
un padre che ha perso tutto e non sa più cosa fare. Il dubbio o
il mistero più grosso il regista fa attenzione a non svelarlo (ottimo
dunque il finale aperto) facendosi strada tra paradossi, fatti
inspiegabili e quintalate di sadismo che soprattutto dal secondo atto
in avanti esplodono dopo la rivelazione e allora scopriamo le carte,
la borghesia finalmente mostra il suo vero volto.
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