Titolo: Hounds of Love
Regia: Ben Young
Anno: 2016
Paese: Australia
Giudizio: 2/5
La diciassettenne Vicki Malonie si
imbatte in una coppia di pericolosi maniaci che la rapiscono in una
strada di periferia. Osservando le dinamiche del rapporto che lega i
suoi torturatori, Vicki capisce presto che, per poter restare viva,
dovrà far leva su un possibile punto di rottura tra i due...
Cosa si è costretti a fare per comprare dell'erba. Ben Young è fresco, giovane e alla sua opera prima si immette in un binario che negli ultimi anni piace particolarmente ai registi esordienti vista la parentesi, unica location, quindi una produzione di fatto molto low budget.
Una coppia urbata e diabolica di
maniaci sessuali diventa il punto di partenza in annate che vedono
perlo più seviziatori, killer seriali, mentre di coppie se ne sono
viste poche.
Ambientando la vicenda negli anni '80
Young si ispira a fatti realmente accaduti, anche se non si riferisce
a nessun caso di cronaca specifico. Si tratta, più che altro, di una
rielaborazione personale del regista a partire dalle testimonianze di
alcune donne serial killer rinchiuse in carcere.
Il risultato è altalenante. Sembra che
per quanto concerne la psicologia dei personaggi e l'attenzione di
Vicki a studiare atttentamente le mosse dei suoi aguzzini il lavoro e
l'atmosfera dimostrano un buon tentativo tuttavia non sempre
funzionale ma rimanendo traballante in più momenti.
Il climax finale e le violenze (ho
apprezzato la scelta di Young di non mostrare mai lo stupro e le
violenze facendo soltanto intuire cosa succeda nello stanzino)
soprattutto le grida che diventano ad un tratto insopportabili,
diventando strumenti abusati e ripetuti ad oltranza.
La storia secondaria della mamma di
Vicki che nonostante la rinuncia della polizia continua a portare
avanti la ricerca è abbatanza interessante anche se spesso viene
lasciata da parte e non sviluppata a dovere (un altro elemento a
sfavore e che si piazza verso la fine del seconto atto).
Il momento in cui la madre arriva nel
quartiere dove pensa si possa trovare la figlia e la conseguente
scenata e una delle scene più belle del film così come la chiusura
in cui guardando dallo specchietto retrovisore puoi rimanere
piacevolmente stupita.
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