Titolo: Cat Sick Blues
Regia: Dave Jackson
Anno: 2015
Paese: Australia
Giudizio: 3/5
Quando l’amato gatto di Ted muore, il
trauma rompe qualcosa nella mente dell’uomo, spingendolo a
riportare in vita il suo amico felino: tutto quello che serve sono
nove vite umane.
Cat Sick Blues fa parte di quei film
strani, bizzarri e senza senso come ad esempio Greasy
Strangler e Found.
Quei film che guardi, che ti domandi il perchè mentre vai avanti nel
non sense, ma che per qualche strana ragione ti incuriosiscono con
quel loro essere bizzarri e grotteschi a volte in maniera eccessiva
ma sempre funzionale alla causa weird.
Bisogna volersi male e sapersi prendere
dei sonori schiaffoni quando si entra in questi sotto filoni di
genere che sembrano sfuggire alla cinematografia indie underground
folle e imprevedibile quanto a volte senza senso e fine a se stessa.
Gatti+Psicopatici+Travestimenti+Falli
giganteschi con creste di gallo lubrificate+tante altre cose
strane=un mix folle e malato, violento e perverso su come a volte le
bestie che possediamo siano più intelligenti di noi. In tutto il
film, tra l'altro senza avere una continuità fluida ma risultando
spesso macchinosa, scopriamo che tutti i protagonisti sono soli e
davvero bizzarri come la protagonista che per lavoro faceva video al
proprio gatto e li postava su youtube, poi un bel giorno un ragazzo
con evidenti problemi mentali le uccide il gatto per sbaglio, lo
getta dalla finestra, la stupra, si porta via la videocamera che
documenta il tutto e la lascia in giro in modo che la violenza
sessuale finisca in rete e rovini la vita della giovane.
Jackson è giovane, è stato finanziato
su Kickstarter con 14,5 mila dollari e alla sua opera prima firma uno
splatter sadico imbevuto di una critica sociale non sempre pungente
ma con qualche elemento interessante, dall'odiosa invasione di foto
di gattini, alla fragilità individuale nella sovraesposizione
socialmediatica, ai rischi che comporta confondere ciò che è reale
da ciò che non lo è e infine alla solitudine in cui ci releghiamo
consapevolmente passando il nostro tempo davanti a un qualsiasi
schermo
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