Titolo: Children of Men
Regia: Alfonso Cuaron
Anno: 2006
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
2027. In un futuro non troppo distante,
in cui il mondo non può più procreare, l'Inghilterra rimane unica
zona franca, per non confrontarsi con le guerriglie urbane. Theo,
rapito da Julian, una donna attivista amata in passato, ha una grande
responsabilità. Dovrà condurre salva una giovane donna fino a un
santuario sul mare, e dare la possibilità al mondo di evitare
l'estinzione.
Cuaron è tra i registi messicani più
famosi e importanti della sua generazione.
E'partito con alcuni film davvero
insulsi prima di arrivare al successo con il capitolo più dark di
HARRY POTTER E IL PRIGIONIERO DI AZKABAN e conquistarsi così i
crediti delle major che hanno scommesso su di lui dandogli la
possibilità di girare due interessantissimi film come CHILDREN OF
MAN e GRAVITY.
Ora c'è da vedere se il successo
riuscirà a mantenere un saldo equilibrio con una buona filmografia,
elemento che spesso e volentieri sfugge appena si valica la porta
delle major hollywoodiane o si raggiunge l'olimpo delle star.
I pregi del film sono davvero tanti
dalla scelta del cast multietnico, alle location, allo scenario di un
futuro veramente credibile e tra i più reali visti nel cinema, al
ritmo sempre travolgente, ai colpi di scena e ad alcuni dialoghi
scritti da dio.
Pochissimi invece gli elementi che non
funzionano o che lasciano pensare ad un inserimento delle major per
rendere più fluida la trama e apportare alcuni stereotipi di genere.
Addirittura la storia d'amore quasi non
c'è in senso figurato mentre è palese negli intenti e nella
metafora generale intessuta nell'anima del film. Un'idea, tra le
altre cose che pone parecchie domande e riflessioni e che lascia
perplessi soprattutto contando la natura degli eventi e il soggetto
accattivante e originale di P.D.James.
Il cinema di fantascienza come spesso
capita, diventa un alibi per qualcosa di più articolato e complesso,
dove il futuro è solo una convenzione come nel grande cinema SFX.
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