Titolo: Prisoners
Regia: Dennis Villeneuve
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Nella (apparentemente) tranquilla provincia americana due bambine di sei e sette anni, Anna ed Eliza, escono a giocare insieme e svaniscono senza lasciare traccia. I genitori, fra di loro amici, reagiscono nei modi più disparati (e disperati): Keller, il padre della piccola Anna, comincia una caccia all'uomo senza esclusione di colpi, mentre sua moglie Grace si imbottisce di psicofarmaci per attutire il dolore e lo sgomento; Franklin, il padre di Eliza, cerca di non farsi travolgere dalla sete di giustizia di Keller, la moglie Nancy invece pare disposta ad appoggiarne i modi estremi.
Il detective Loki avvia le sue indagini fra intoppi burocratici e depistaggi, e comincia a chiedersi di chi sospettare, dato che anche il comportamento di Keller si fa sempre più equivoco. E la cittadina di provincia rivela di avere più scheletri in cantina (letteralmente) di quanto si potesse immaginare.
E'sempre interessante sondare la provincia americana che sembra agli occhi stessi dei suoi abitanti, così tranquilla e pacifica. In realtà i dati sono ben altri. Come altri registi hanno saputo fare, ad esempio MYSTIC RIVER e ZODIAC, solo per fare due esempi, cercare di fare luce su alcuni misteri è un giallo quanto mai difficile.
Ed è su questi elementi che Villeneuve sfrutta e concentra il soggetto e la sceneggiatura. Chiama due attori molto affiatati e rende perfettamente il disagio a cui andranno incontro chi in un modo chi nell'altro. Il problema di Prisoners è ancora una volta il finale telefonato e alcuni colpi di scena, così come il vero dramma che invece che nel film di Eastwood, qui viene naturalizzato con più semplicità, smorzando la suspance e trovando delle forzature in fase di scrittura per rendere tutto più chiaro al pubblico.
Alcuni momenti sono molto interessanti e tutti i personaggi sembrano prigionieri di loro stessi, intrappolati in congetture e diventando vendicatori ipotetici seguendo un loro codice personale.
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