sabato 14 settembre 2013

Now you see me



Titolo: Now you see me
Regia: Louis Leterrier
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

I Quattro Cavalieri, un super-gruppo di maghi guidato dal carismatico Atlas (Jesse Eisenberg), si esibiscono in un paio di spettacoli di magia di alta tecnologia e alto profilo, prima strabiliando il pubblico rapinando una banca di Parigi da Las Vegas, e poi smascherando un colletto bianco criminale e convogliando i suoi milioni sui conti bancari dei membri del pubblico, confondendo le autorità con i loro colpi grossi pianificati in modo intricato…

Tanto fumo danneggia la salute ma anche la vista. Lo sa bene Leterrier regista puramente d'azione della casata Bessoniana. Lo ha dimostrato girando cagate esemplari come SCONTRO TRA TITANI, dirigendo Li in DANNY THE DOG e Staham in due episodi di TRANSPORTER oltre che una ciofeca di reboot di HULK con Norton. Dunque un ex block-buster a tutti gli effetti.
Quindi la sua specialità non è certo il meccanismo di una sceneggiatura ma il talento nel maneggiare effetti speciali e giocando di c.g a differenza di un plot che cerca di partire con coraggio per poi svelare tutti i segreti come un buon mago non dovrebbe fare.
Eppure la mitologia sembra davvero interessarlo a tal punto che il quartetto protagonista del film
‘I Quattro Cavalieri’sembrano rifarsi a figure quasi mitologiche in grado di confezionare trucchi incredibili e poco inclini all’ordine sociale. Cosa succede quando durante uno dei loro grandi spettacoli riescono a rapinare una banca distante migliaia di chilometri?
La sospensione dell'incredulità cede il posto ad una struttura macchinosa diventando intrigante in alcuni punti ma poi troppo evanescente.
Alcuni lo accostano a quel cinema della crisi che affronta (in)direttamente il collasso del capitalismo. Il mondo è allora il palcoscenico su cui i quattro protagonisti compiono il prestigio, metaforizzando la crisi economica e il fallimento del Sogno Americano, precipitato con l'Uragano Katrina e una pioggia di titoli tossici. In realtà l'analisi, ahimè, è molto più superficiale non riuscendo ad andare oltre una raffazzonata critica che non trova elemnti consistenti, ma anzi buttandola come non dovrebbe fare, solo e unicamente sulla spettacolarità scenica.

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