Titolo: Nostra vita
Regia: Daniele Luchetti
Anno: 2010
Paese: Italia
Giudizio: 3/5
Giudizio: 3/5
Claudio è un operaio edile di trent'anni che lavora in uno dei tanti cantieri della periferia romana. E' sposato, ha due figli, ed è in attesa del terzo. Il rapporto con sua moglie Elena è fatto di grande complicità, vitalità, sensualità. All'improvviso, però, questa esistenza felice viene sconvolta: Elena muore e Claudio non è preparato a vivere da solo.
Quando dicono che il cinema itali(e)no è morto o che è stretto in una insopportabile morsa di due o tre generi non posso che essere d'accordo pur sperando nella resurrezione da parte di giovani leve.
La nostra vita ha vinto un prezioso riconoscimento per Elio Germano a Cannes attore che in parte stimo anche se ad essere franchi non meritava un premio del genere.
Cercando di farmi forza sono dunque andato a vedere l'ultima fatica di Luchetti al cinema dopo il simpatico MIO FRATELLO E'FIGLIO UNICO.
Devo dire che seppur in qualche scena può essere toccante (il pianto per la moglie urlando il testo della canzone di Vasco) e altre tematiche sviluppate in maniera più che sufficiente e altamente attuali come le morti sul lavoro e i corpi degli stranieri nascosti, permane un'aura di finzione e in alcune parti di leggerezza per cui dovrebbe essere valutato senza mezzi termini.
C'è tutta una dimensione assolutamente romana per certi versi più attuale e "tecnologica" nella pellicola che trova il punto più forte nella descrizione del lavoro nei cantieri anche se non si spinge più in là cercando di delineare rapporti nelle classi di lavoro. Proprio in questi ambienti in cui sembra che le uniche tematiche si sviluppano tra Claudio e il ragazzo orfano operaio a cui nasconde la morte del padre e che per raggiungere il climax si scopa anche la madre rumena che trova in Claudio il datore di lavoro perfetto per il figlio.
In più la dimensione affettiva della famiglia di Claudio che cerca di aiutarlo come può lasciandolo libero anche nelle scelte negligenti e nel difficile rapporto tra Claudio e i figli a cui non sa come confrontarsi e cerca di comprare la loro felicità sviando i problemi che hanno dopo la morte della madre con videogiochi e quant'altro.
Un quadro veritiero in molte parti ma che non riesce per colpa di alcune lacune e troppa carne al fuoco ad essere pungente come forse avrebbe voluto.
Dal punto di vista tecnico l'uso della telecamera a spalla e a dir poco eccessivo.
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