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lunedì 3 giugno 2019

Pet Sematary(2019)


Titolo: Pet Sematary(2019)
Regia: Kevin Kölsch & Dennis Widmyer
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 2/5

Louis è un dottore in burnout, provato dal duro lavoro nel pronto soccorso di una grande città e dai continui traumi a cui ha assistito. Si trasferisce quindi con la moglie Rachel e i figli Ellie e Gage in un piccola cittadina del Maine, in una casa alle cui spalle sorge un grande bosco. Lì si trova un cimitero degli animali, ma oltre una cumulo di legname c'è un antico luogo sacro indiano dove chi viene seppellito non rimane sottoterra. È il vicino Jud a mostrare questo posto a Louis, per salvare dalla morte il gatto della piccola Ellie, che però torna con un carattere completamente diverso, molto più aggressivo...

Prima di vedere quest'ultima rivisitazione ho letto il romanzo che tratta il tema della morte e tutte le scelte legate alla possibilità proprio di riportare in "vita"ciò che abbiamo di più caro pagandone il giusto prezzo.
King distrugge con un lutto una classica famigliola per indagare e muovere proprio la carte del lecito e consentito, facendo un lavoro massacrante per quanto concerne la psicologia del marito e della moglie.
Sovvertendo alcune regole con cui si può essere d'accordo ma rimangono scelte e parlo ovviamente di Gage rispetto ad Ellie, la misteriosa scomparsa della signora Crandall, di aver fatto diventare Pascow un ragazzo di colore, e di aver praticamente messo una croce sul bel rapporto che si andava a creare tra Louis e Jud, queste possiamo annotarle tra le scelte che possono o non possono piacere ma che non alterano la struttura o meglio il cuore della storia.
Ciò che secondo me ha ammorbato e distrutto ciò che di buono c'era è stato il finale in primis, uno dei più brutti mai visti, una tale libertà di scrittura e di cambio così totale delle intenzioni ed intuizioni, scelta che si è rivelata di puro carattere commerciale facendo vedere dei non morti a dispetto dei traumi senza parole a danno dei protagonisti nel finale del libro (la scena finale con l'allarme della macchina che viene tolto ancora mi lascia senza parole).
Sembra quasi di aver girato un finale per collegarlo ad un ipotetico sequel come è stato CIMITERO VIVENTE 2 da cui conviene prendere le doverose distanze.
L'aver tolto o meno alcuni personaggi come la moglie di Jud ci può anche stare contando che la signora Crandall aveva diversi motivi che si rapportavano e sposavano bene con il dolore e i traumi vissuti da Rachel e dalla sorella Zelda. In più nel romanzo quando Gage diventa quello che deve diventare, trasformato dal cimitero, e parla con la voce di Norma prima di uccidere Jud, scopriamo che l'anziana moglie malata in passato era solita farsi sodomizzare dagli abitanti del posto ridendo durante l'amplesso ai danni del povero marito.
Manca completamente l'atmosfera che nel romanzo riesce ad essere la vera protagonista e quindi il cimitero, quel "muro"che blocca dal vero incubo a cielo aperto e poi i riferimenti con la leggendaria figura del Wendigo, qui per fortuna non mostrato se non in due momenti, uno in una foto di un libro e l'altro sapientemente sfruttato e per fortuna lasciato lì nella macchia senza palesarsi.
Il confine al di là del quale si apre un mondo e si sigla un patto da cui uscirne può essere fatale, diventando il leitmotiv e il pezzo forte del libro.
Il cast. La trama prevedeva che tanta psicologia, almeno di Louis e Rachel, fosse alla base degli scontri, delle scelte, del giusto/sbagliato, mentre qui è stata sacrificata creando così evidenti problemi per quanto concerne gli intenti dei protagonisti che in alcune scene sembrano vagare senza una meta, mentre nel libro non vediamo l'ora di capire quale scelta prenderanno e il perchè.
Jason Clarke e John Lithgow sono due buoni attori che potevano dare, se scritturati meglio, molto di più, mentre invece cavalcano (soprattutto il secondo) i soliti clichè che sempre più spesso siamo costretti a vedere con dei dialoghi mai veramente adeguati.
Per non parlare poi dell'impiego della c.g in particolare nella scena dell'incidente e poi almeno una scazzottata con il suocero di Louis i registi potevano concederla.
Che cosa si salva dunque? Le scene con Zelda (il fatto che faccia più paura la scena di lei che cade nel piccolo ascensore la dice lunga) e l'aggiunta dei bimbi mascherati che seppelliscono il cadavere del gatto.
La coppia di registi in questione aveva tutti gli elementi tecnici e di budget per fare un lavoro più che decente soprattutto se contiamo che prima di questa operazione dell'horror che finalmente raggiunge le sale (bisognerebbe fare un articolo sui requisiti che un horror commerciale deve avere o soddisfare per finire al cinema) avevano esordito con l'inquietante Starry Eyes , un robusto body horror e uno degli episodi del convincente horror a episodi Holidays