Titolo: True Detective 2
Regia: AA,VV
Anno: 2015
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 8
Giudizio: 3/5
Nell'immaginaria città della contea di
Los Angeles, Vinci, si verifica l'omicidio di un importante politico
locale. Le indagini vedranno il coinvolgimento dei detective Raymond
"Ray" Velcoro, Antigone "Ani" Bezzerides e
dell'agente di polizia della California Highway Patrol Paul Woodrugh.
L'assassinio determina forti ripercussioni anche nella vita di
Francis "Frank" Semyon, un imprenditore che sta cercando di
riciclare il suo passato criminale.
Pizzolato mi piace e come scrittore ha
confermato il suo talento descrivendo qualcosa di ancora più
complesso e difficile rispetto alla prima stagione anche se ai più
non è affatto piaciuto.
Anch'io, come quasi tutti del resto,
sono rimasto estasiato dalla prima stagione soprattutto essendo un
grande amiratore di Chambers e del suo Re Giallo e del McConaughey
2013/2014.
Però non bisogna fare confronti e
paragoni, le due serie sono completamente diverse e non hanno nulla
in comune se non la penna che sta dietro la storia.
Credo che tutto sommato non abbia
nessun interesse Pizzolato a far sì che il suo prodotto piaccia alla
critica o al pubblico. L'importante è che rimanga un buon lavoro.
True Detective è sporco, cattivo,
spietato, senza nessuna deriva di salvezza o speranza (forse il
finalissimo che però non poteva mancare) e sottolinea ancora di più
la corruzione dilagante e i perfidi intrecci di potere.
Il sapore decadente di una città che è
andata troppo oltre è messa in evidenza senza troppi fronzoli e
Ben Caspere, il mantra su cui sembra
svolgersi l'indagine, è solo una scusa per mostare e sondare gli
intrecci di alcuni personaggi davvero marci e senza indugi.
La seconda stagione da una svolta
edipica, sembra arrovellarsi su un hard disk pieno di importanti
uomini delle istituzioni che fanno cose di sesso impresentabili e
descrive dei personaggi reali e molto interessanti.
True Detective 2 può inserirsi
tranquillamente in quel percorso virtuoso, andando a esaltare l’idea
stessa delle potenzialità innumerevoli della rappresentazione e
puntando sempre su un'ottima qualità nella messa in scena tecnica e
quelle bellissime riprese dall'alto sugli "intrecci"
stradali che sembrano strizzare l'occhio ad alcuni elementi del
cinema di Lynch.
Ritornando al concetto di pesantezza e
la devastazione della speranza, c'è un finale con quasi tutti i
protagonisti uccisi (Woodrugh alla fine del penultimo episodio) e in
particlare il viaggio di redenzione di Ray Velcoro è quello che più
colpisce lo stomaco: dall’iniziale speranza di salvarsi come per la
collega, alla necessità di vedere il figlio un’ultima volta, per
finire con la sconfitta del messaggio vocale non inviato, mentre il
nostro cercava di combattere i cattivi guardando il cellulare in un
crescendo quasi surreale in boschi silenziosi che nasconderanno per
sempre la realtà dei fatti.
Soprattutto nel finale si capta un
sapore quasi western con poche ma efficacissime scene d'azione (la
sparatoria con gli spacciatori e quella finale nei boschi) anche se
dall'altra ci sono altre scene che purtroppo stonano di brutto come
quella al centro commerciale.
Forse l'unica vera critica che si può
fare a Pizzolato è quello di aver scritto un giallo molto macchinoso
nemmeno così originale alla fine ma slacciato completamente dalle
solite intenzioni e intenti di moltissime serie andando
controcorrente in una critica di un cinismo spietato.
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