Titolo: Tekkonkinkreeet
Regia: Maikeru Ariasu aka Michael Arias
Anno: 2006
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5
La città del tesoro è un luogo dove la pace si
alterna alla guerra. I due eroi protagonisti, Black e White, due fratelli
cresciuti in strada, cercheranno di difendere il bene dai continui attacchi
criminali degli yakuza.
Come mi era capitato di vedere nell’ottimo e
anarchico AACHI AND SSIPAK, lungo d’animazione coreano del 2006, anche qui si
racconta di una coppia di amici.
Bambini, emarginati, costretti a vivere di
stenti nell’isola dei tesori in un futuro non meglio precisato con alcune
atmosfere ipnotiche e surreali.
Prima di tutto il nome. Ariasu in realtà è
Michael Arias, regista californiano trapiantato a Tokyo, che gira un altro
adattamento di un manga famoso.
Tekkonkinkreet cerca continuamente di
scatenare azione e colpi di scena, manifesta molti spunti notevoli sia
visivamente che a livello di contaminazione di stili e generi, dimenticando
però, alle volte, in modo piuttosto discontinuo, una trama che non riesce ad
essere così incisiva.
Quello che ancora una volta convince di più è
lo stile, il character design che unisce volti nipponici androgini e corpi
dalle fattezze più occidentali. Come d’altronde era già stato fatto in passato,
in modo da poter creare una contaminazione diversa e affascinante, così come
gli elementi più belli del film, le sequenze oniriche in cui soprattutto quella
finale,lunghissima e psichedelica, è il momento in assoluto migliore di tutto
il film.
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