Titolo: Summer of '84
Regia: Francois Simard, Anouk Whissell,
Yoann-Karl Whissell
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Ogni serial killer è il vicino di
qualcuno. Per il quindicenne Davey, il pensiero di avere un serial
killer nella sua città è una prospettiva spaventosa ma
entusiasmante allo stesso tempo. In preda agli sconvolgimenti
ormonali tipici dell'adolescenza, Davey e i suoi amici sognano
eccezionali conquiste sessuali. Almeno finché non arrivano alle loro
orecchie le notizie sul killer di Cape May. Davey convince i suoi
amici a indagare per inchiodare il vicino di casa, convinto che sia
il colpevole. Potrebbe aver ragione o è la sua immaginazione
iperattiva?
Summer of '84 è la risposta che Ready
player one di Spielberg
non è stato l'ultimo film a segnare la fine delle pellicole
nostalgiche degli anni '80.
In questo caso a rinfarcire il genere
con un film che dalla sua elementi interessanti solo nella messa in
scena e in una colonna sonora affidata a Le Matos. Alla regia mi
aspettavo molto di più dal trio di registi che hanno partorito
quella piccola chicca deliziosa di Turbo
Kid.
Un thriller fino a prova contraria che
sfrutta un'idea ormai abusata fino al midollo dove nel corso degli
anni chi più chi meno si è cimentato nell'esplorare il tema molto
americano del vicinato e di cosa si può nascondere quando l'evidenza
viene negata e tutto sembra raccontare l'inverso.
Scegliere poi il vicino amico che
perlopiù è una forza dell'ordine entra fin da subito nel creare uno
scontro tra il giovane determinato e alle prime prese con il sesso
femminile, Davey, è una ciurma di amici nerd dal cuore tenero, e per
finire una comunità di cui fanno parte i genitori del protagonista
che non possono davvero accettare che un serial killer, di cui sono
amici e di cui si fidano, possa abitare nella villa affianco alla
loro.
Ci sono alcuni elementi interessanti
quando carnefice e vittima si trovano faccia a faccia e il primo gli
confessa di volerlo uccidere a tutti i costi e il film avanza con un
mood morbido in cui si prende tanto tempo, troppo, per descrivere la
comunità e caratterizzare i personaggi.
A differenza di Turbo
Kid che mescolava tutte le
etichette dandogli un ritmo forsennato, qui tutta la gestione del
ritmo e dei colpi di scena avviene ma in maniera abbastanza noiosa e
senza quei guizzi o quei colpi di scena che riescono ad essere
funzionali. Diciamo che tutto è chiaro fin da subito e anche il
climax finale, seppur ben confezionato, non aggiunge molto a quello
che noi già sapevamo.
Un film nostalgico che poteva e doveva
fare di più almeno sotto il piano dell'intrattenimento, sembrando un
esercizio di stile e mescolando tante cose già viste come nella
serie furbetta e abbastanza banalotta che ha stregato tutti come
Stranger
Things-Season 1
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