Titolo: Station of the Cross
Regia: Dietrich Brüggemann
Anno: 2014
Paese: Germania
Giudizio: 4/5
Maria è una quattordicenne figlia di
una famiglia devota alla Società di S. Pio XII, organizzazione
religiosa ortodossa che rinnega le innovazioni del Concilio Vaticano
II e rivendica una dimensione stretta e oscurantista del
cristianesimo. L'adolescente si trova quindi intrappolata tra le
pulsioni della sua età, i corteggiamenti di alcuni ragazzi a scuola
e i duri insegnamenti familiari che l'hanno convinta a mantenersi
pura nel cuore per il signore. Serve a poco la presenza di una
ragazza alla pari, anch'essa religiosa ma in maniera più
ragionevole, Maria è convinta che i durissimi rimproveri della madre
siano giusti e che il peccato sia ovunque, ad ogni angolo, in ogni
parola, in ogni uomo. In armonia con tutto ciò ha infatti preso una
decisione che non ha confessato ancora a nessuno.
Cosa succede in una famiglia quando
domina l'ideologia.
Una domanda e una scelta di intenti
così interessante e affascinante da poter creare un insieme di
elementi e simboli maturi e realistici per tutto l'arco del film.
Scandito in quattordici diversi
capitoli che hanno come titolo le diverse stazioni della via crucis,
Kreuzweg adotta una linea minimale e statica, un quadro dopo l'altro
di eventi e scelte, puntando su alcuni dialoghi di intenso spessore
come ad esempio l'incipit iniziale con il gruppo di catechismo in
vista del sacramento della Confermazione in un piano sequenza a
camera fissa di diciassette minuti.
La tragicità della sopportazione, il
fanatismo ideologico, il prete che crea dei modellini, dei soldatini
di Dio è un tema che non poteva non essere affrontato, soprattutto
in tempi come questi dove i monoteismi stanno vivendo momenti di
crisi, modernità, rivoluzione culturale e purtroppo anche vendetta
spietata.
Sono molti e complessi i temi che il
regista affronta.
Il sacrificio più di tutti che può
portare alla santificazione crea un filo conduttore tra tutte le
stazioni diventando una componente fondamentale per intuire dove gli
intenti vogliano arrivare.
Si rimane attoniti di fronte ai gesti
di Maria, alla sua forza, alle spaventose reazioni del nucleo
familiare, con alcuni dialoghi spirituali che creano una tensione
sempre crescente.
Quando ogni piacere diventa una colpa,
allora ogni sistema che non accetta altra verità che la propria… è
la negazione stessa della vita, citando le parole di Anna Brüggemann,
sorella del regista che ha contribuito alla stesura della
sceneggiatura.
Kreuzweg non attacca la religione,
porta alla riflessione il sistema iper razionale della fede
cattolica, con un'ironia crudele e criticando la cultura reazionaria
dell'apoteosi religiosa in questo caso cattolica.
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