Titolo: Mommy
Regia: Xavier Dolan
Anno: 2015
Paese: Francia
Giudizio: 5/5
Diane è una madre single, una donna
dal look aggressivo, ancora piacente ma poco capace di gestire la
propria vita. Sboccata e fumantina, ha scarse capacità di
autocontrollo e ne subisce le conseguenze. Suo figlio è come lei ma
ad un livello patologico, ha una seria malattia mentale che lo rende
spesso ingestibile (specie se sotto stress), vittima di impennate di
violenza incontrollabili che lo fanno entrare ed uscire da istituti.
Nella loro vita, tra un lavoro perso e un improvviso slancio
sentimentale, si inserisce Kyle, la nuova vicina balbuziente e
remissiva che in loro sembra trovare un inaspettato complemento.
Mommy è fresco e spensierato, senza
troppe regole e anarchico a tutti gli effetti.
Il segreto del suo successo credo sia
riconducibile a questi elementi, all'età del regista e dei suoi
cinque importanti film, contando che ha solo venticinque anni. Se poi
contiamo che gli attori sono tutti molto bravi e che basta una sola
scena per inserire l'opera nell'olimpo dei film che non verranno mai
dimenticati allora è fatta. E vi dico solo Wonderwall.
A livello tecnico alcune scelte si
rivelano funzionali e originali ad esempio decidendo di restringere
lo schermo a un quadrato. Una dimensione 1:1 invece di un 4:3 o di un
16:9, due barre di nero al lato che producono subito due effetti,
pressione e libertà.
Perchè Mommy è così a tutti gli
effetti un attacco continuo alla sensibilità e ai sentimenti dello
spettatore, per il suo linguaggio senza censure, per il suo ritmo
incredibile, per il fatto di non dover concedere e regalare nulla, ma
sapendo di dover essere doverosamente realistico e mai pretenzioso o
politically correct.
Il punto di forza è nel rimanere
sempre e a tutti gli effetti un dramma usando la volgarità come
elemento ironico senza contare alla sofferenza e alla pesantezza di
questo rapporto ossessivo-compulsivo tra madre e figlio.
Da quando entra in gioco Kyle il film
diventa un'opera che permette di avere il nostro occhio a esamninare
e osservare ancora di più le tematiche e il dramma familiare.
Come un educatrice posta in casa per
qualche strano motivo che piano piano si inserisce e crea di fatto
una relazione sana in un contesto ambiguo e sempre incline
all'esplosione.
Antoine-Olivier Pilon, alias Steve, con
la sua spensieratezza, la sua voglia di vivere, la sua richiesta di
attenzioni, il suo narcisismo e soprattutto la sua iperattività è
assolutamente indimenticabile.
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