Titolo: Leatherface
Regia: Alexandre Bustillo, Julien Maury
Anno: 2017
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Texas, 1955: la famiglia Sawyer, dedita
a omicidi e atti di cannibalismo, uccide la figlia del poliziotto Hal
Hartman. Non avendo prove contro la matriarca Verna e i suoi
complici, Hartman si vendica facendo internare il più giovane della
famiglia, Jedediah detto Jed, da poco iniziato alle tradizioni
ancestrali. Dieci anni dopo, quattro giovani mentalmente instabili -
tre ragazzi e una ragazza - evadono dopo aver preso in ostaggio
un'infermiera, e Hartman li insegue. Ma chi dei tre ragazzi, i cui
nomi sono stati cambiati per proteggerli dalle famiglie violente a
cui furono sottratti, è quello destinato a divenire il temibile
Leatherface?
La coppia di registi francesi
ultimamente sembrava aver perso qualche cartuccia per strada.
Sinceramente ho amato anche i loro ultimi film in particolare Aux
Yeux des Vivants seppur
aveva quel qualcosa in meno nella trama e nella consistenza. Tuttavia
rimangono tra gli outsider dell'horror post contemporaneo senza
eccezioni.
Leatherface ne è una prova tangibile.
Non amo i prequel e i sequel soprattutto negli ultimi anni quando
sembrano baluardi disperati per una totale assenza di idee quando
invece circolano abbondantemente in giro e basta saperle trovare, le
idee.
In questo caso pur avendo un budget
smisurato per i loro canoni, una produzione dietro tra cui figura
anche Hooper e un cast internazionale dove spicca Lili Taylor. Per
quanto concerne invece la messa in scena e i leitmotiv dell'azione
questa volta la coppia di registi strizza l'occhio apertamente al
buon Zombie riuscendo in tutta l'opera a passare da uno scenario
all'altro senza mai abbassare il ritmo e l'atmosfera. Una missione
difficile in cui la sceneggiatura è attenta e monta una buona
impalcatura soprattutto per quanto concerne la mistery di chi sarà
il serial killer (a metà film diventa comunque abbastanza chiaro).
Viaggio di formazione, tradizioni
ancestrali, rednek a profusione, manicomio ed evasione, sceriffi e
direttori istituzionali ancora più crudeli degli stessi bifolchi e
più di una scelta non convenzionale fanno del prequel di NON APRITE
QUELLA PORTA un tassello interessante e significativo pur facendo
parte e aderendo alle regole di una saga.
Tra l'altro Leatherface è arrivato
nelle sale poco dopo la morte dello stesso Hooper autore del primo
cult e finora uno dei massimi esempi del cinema horror americano.
Una saga sfortunata che tra sequel e
capitoli in 3d sembrava aver trovato la propria rovina ma che ora
almeno è stata data in mano a gente seria che ama il cinema di
genere e crea tanto materiale da raccontare e da sviluppare che
diventa il mordente principale del film. Tra l'altro si tratta
dell'ottavo film della saga.
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