Titolo: Lazzaro Felice
Regia: Alice Rohrwacher
Anno: 2018
Paese: Italia
Giudizio: 4/5
La Marchesa Alfonsina de Luna possiede
una piantagione di tabacco e 54 schiavi che la coltivano senza
ricevere altro in cambio che la possibilità di sopravvivere sui suoi
terreni in catapecchie fatiscenti, senza nemmeno le lampadine perchè
a loro deve bastare la luce della luna. In mezzo a quella piccola
comunità contadina si muove Lazzaro, un ragazzo che non sa neppure
di chi è figlio ma che è comunque grato di stare al mondo, e svolge
i suoi inesauribili compiti con la generosità di chi è nato
profondamente buono. Ma qual è il posto, e il ruolo, della bontà
fra gli uomini?
Quest'anno sono diversi i film italiani
che meritano di essere visti al cinema.
Diversi narrativamente e con delle
storie e delle situazioni toccanti e molto particolari.
Lazzaro Felice forse sarebbe piaciuto a
Fellini almeno nella prima parte così come a Scola e forse anche a
Pasolini.
E'un film raro e antico, figlio di
atmosfere ormai in disuso nel nostro cinema ma non per questo minori,
anzi. L'ultimo film della Rohrwacher ci porta fin da subito in un
passato che poi tanto passato non è, trovando una metafora o una
comparazione con alcune realtà ancora vive nel nostro paese mica da
ridere.
Certo gli "schiavi"come sono
ritratti i contadini, umili e misericordiosi, è una di quelle realtà
che nel 2018 non dovrebbe più esistere (sarà davvero così) ma qui
la pretesa che li tiene tutti ancorati alla marchesa è il tipico
pretesto che il borghese adotta con coloro che non stanno a chiedersi
grosse domande, vivendo sereni la giornata e cercando di sopravvivere
tutti assieme felici e in questa grossa cascina che sembra per alcuni
aspetti una comunità.
Un film umile come il suo protagonista
che nei cambi temporali dimostra di non aver sempre quel ritmo e quel
mordente che dimostra di saper fare molto bene in tutto il primo e
parte del secondo atto. Ci riesce ma in maniera a volte macchinosa,
mettendo in scena alcuni momenti che ho trovato sinceramente fuori
luogo come la scena girata a Torino, ai giorni nostri, nella banca
dove Lazzaro rischia di essere martirizzato dalla folla.
Il terzo film della giovane cineasta è
un film che ho trovato molto spirituale capace di scatenarmi emozioni
e sentimenti. Questo è il cinema che più mi piace. Qualcosa che non
mi lascia indifferente. Lazzaro felice ci è riuscito.
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