Titolo: Jesus
Regia: Fernando Guzzoni
Anno: 2016
Paese: Cile
Festival: TFF 34°
Sezione: Torino 34
Giudizio: 3/5
Santiago del Cile. Jesus ha diciotto
anni e vive solo con il padre, che si assenta spesso per lavoro. I
due non comunicano più di tanto e il ragazzo mente spudoratamente al
genitore, per avere più soldi da spendere con gli amici. Quando non
fa le prove per esibirsi in discoteca con la boy band di pop koreano,
Jesus e i suoi coetanei si sballano con tutto quello che trovano e
fanno sesso dove e con chi capita. Una notte, in un parco, quella che
inizia come una buona azione nei confronti di un ragazzino quasi
privo di sensi, trascina il protagonista e i suoi sodali lungo un
tragico crinale. A questo punto, a Jesus non resta che chiedere aiuto
al padre.
Guzzoni pur essendo molto giovane
sembra sapere il fatto suo. Jesus al dì là del titolo suggestivo
può essere osservato sotto profili e tematiche diverse. Un film
apparentemente semplice ma in realtà complesso, senza dover
mistificare e insegnare una morale specifica ma lasciando ancora una
volta il tema dei giovani allo sbaraglio e la loro esagerata e
spasmodica voracità che gli mette spesso in situazioni di rischio, o
come in questo caso specifico, in un girone infernale da cui non
possono scappare se non aiutati da coloro che per principio vanno
messi da parte perchè rappresentano lo scontro con la realtà e con
la maturità: i genitori.
Jesus nel suo passare da un estremo
all'altro, dalla sete di conoscenza e fantasie sessuali che ammettono
anche i suoi migliori amici, è un quadro efficace quanto crudele e
spietato, mostrando le difficoltà, la solitudine e il male che può
essere generato dal singolo e quanto può essere perpetuato se non
c’è nessuno che riesca a fermarlo in tempo. In questo ritratto
dell’ennesima generazione perduta, come ne abbiamo visti e ne
vediamo tante al cinema, Guzzoni ci mostra una Santiago del Cile che
sembra per certi aspetti una bidonville senza reali aiuti e
possibilità per i giovani ma solo il consumismo bieco e le tendenze
trasgressive che i giovani devono promuovere come i veri valori su
cui dar forma alla propria identità.
Il finale è un grido pesantissimo. Un
film con diverse tematiche sociali che sposta una problematica di cui
poco si parla, ampliandone gli aspetti comuni generati dal consumismo
e dalla globalizzazione che soprattutto in Cile possono portare a
situazioni estreme per ottenere beni effimeri che servono solo ad
alimentare la rabbia e l'invidia.
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