Titolo: I trapped the devil
Regia: Josh Lobo
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Natale è il simbolo di pace e di
gioiose riunioni familiari. Questo è quello che pensano Matt e sua
moglie Karen quando a sorpresa si palesano in casa di Steve, il
fratello di lui, per le feste. Si ritrovano però di fronte a una
spaventosa sorpresa: nella cantina Steve trattiene un uomo. Non si
tratta di un tizio qualunque: Steve crede infatti di aver
intrappolato il diavolo in persona.
Ho intrappolato il diavolo e adesso
devo convincere tutti che non sono pazzo.
L'idea di per sè non è male, come
d'altronde nel cinema di genere c'è ne sono tante, alcune poi
condite come si deve, altre invece che sembrano crogiolarsi sull'idea
e mandare a ramengo tutto il resto. Trattasi di un indie a costi
bassissimi, un low-budget girato in soli nove giorni all'interno di
un'unica location e con tre attori più qualche comparsa e una
bambina che nel finale saltella felicemente.
Lobo gira il suo film d'esordio
cercando di fare la furbata dell'anno, con una trama che praticamente
impossibile da non amare fin da subito anche se come dicevo, bisogna
poi saperla sceneggiare.
Ci sono tanti limiti in un film che
doveva durare meno, cercare forse di essere più ambizioso,
schiacciare di più il pedale sull'effetto paranoico e
sull'alienazione nonchè il contagio morale del protagonista ai danni
del fratello e della compagna.
Qualcosa di molto buono però il
regista che ha scritto, prodotto, diretto e montato l'opera c'è, su
quel senso di disagio e soprattutto quella discesa nella cantina dove
sentiamo quel breve ma profetico dialogo con l'uomo rinchiuso. In
quella scena è contenuta tutta la suspance, l'atmosfera di un film
che sapendo di non avere altri strumenti punta tutto su questa specie
di smarrimento che provoca effetti contrastanti e altalenanti per chi
entra in contatto con quella voce e quel mistero.
Quella voce è come quella che Eggers
ci ha fatto ascoltare, che abbiamo percepito dai suoni allucinati di
West, che ripiomba con ancora meno elementi cercando di creare
terrore dal nulla.
Una prova difficilissima, molto
ripetitiva per quanto concerne alcune scene davvero inutili e che
dovevano essere tagliate, nel voler cercare di creare un impianto
claustrofobico nella casa con una sorta di malattia pervasiva che
colpisce tutti, ma indugiando e prendendosi troppo tempo in alcune
scene di una noia cosmica che se lasciava la camera ad inquadrare la
parete nascosta nella cantina forse era meglio. Il cast cerca di
mettercela tutta anche se a volte l'imbarazzo coglie pure loro nel
non sapere cosa fare e dove aggrapparsi. Steve che cerca con una
bella gigna di dare il peggio di sè per fortuna senza mai sfiorare
il ridicolo e infine la scena finale, riassunta in parte già
dall'incipit iniziale del film che lascerà basiti e sospesi, a
qualcuno piacerà di brutto, altri, quelli che c'è l'hanno fatta,
storceranno la bocca maledicendo Lobo e tutto quello che spero farà
in futuro magari con qualche risorsa in più.
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