Titolo: Hot Girls Wanted
Regia: AA,VV
Anno: 2015
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Il film racconta ciò che si nasconde
dietro al mondo del porno amatoriale e delle webcam hot. Le ragazze
coinvolte sono spesso giovani di 18 o 19 anni.
Presentato al Sundance e costruito come
una sorta di "talent" e con un doppiaggio a dir poco
orribile, il documentario della coppia di registi continua, come
altri hanno fatto prima di loro, un'analisi sul mondo del porno.
Grazie alla sceneggiatrice e
produttrice del documentario si cerca, riuscendoci però in maniera
sempre altalenante, a guardare a questo settore dell'enetertainment
con occhio critico, sondando da parte delle protagoniste e dei
produttori, la mercificazione operata dall'industria del porno che
negli ultimi anni, vuoi la crisi o i siti on-line gratuiti, sta
consumando nel vero senso della parola, corpi e speranze con delle
offerte al limite dell'osceno, come “farsi scopare da 50 uomini per
200 euro”.
Tutto poi e ormai si sviluppa su
internet, dove i siti porno ottengono sempre molti più accessi
rispetto a qualunque altro sito.
"Siamo più diffuse di McDonald's"
dice soddisfatta una delle protagoniste.
La parola più cercata nei motori di
ricerca per adulti è "Teen". E' quello che la gente vuole.
Come dice uno dei menager nel documentario: " ogni giorno
migliaia di ragazze diventano maggiorenni, e molte di loro possono
entrare nel porno".
Quindi cosa succede? I produttori
cercano sempre nuove ragazze, e le ragazze che vogliono scappare
dalla loro realtà appena vedono un pò di soldi abboccano in men che
non si dica.
800 dollari per una scena, soldi
facili.
Ma non è tutto oro quel che luccica,
specialmente in questo ambiente; e molte delle ragazze lo capiranno
presto.
Volti poco noti del porno come Stella
May, Ava Taylor, Ava Kelly, Lucy Tyler, Brooklyn Daniels, Farrag
Abraham, Belle Knox cercano di dare un quadro sulla loro quotidianità
in un'era di social-marketing che sembra aver perso ogni tipo di
valore mettendosi loro in prima linea a promuovere se stesse sui
social network.
Il problema del documentario al di là
di alcuni dati e interviste davvero interessanti e che non sembra
aver capito quale strada prendere in un confine che lascia sempre
disorientati e scontenti al limite tra la denuncia e mitomania.
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