Titolo: Hell or High Water
Regia: David Mackenzie
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Rapinare le agenzie della Texas
Midlands, solo pezzi piccoli, solo dalle casse, la mattina presto
quando non ci sono clienti. Pulire i soldi al Casinò. Pagare i
debiti, estinguere l'ipoteca e lasciare il ranch dove ha appena
scoperto il petrolio ai suoi due figli, per interrompere una storia
di povertà famigliare durata anche troppo. È questo il piano di
Toby, per il quale ha bisogno di suo fratello Tanner, da poco in
libertà, dopo dieci anni di carcere. Le banche gli hanno preso quel
poco che aveva e ora lui deve riprenderselo, possibilmente senza
spargere sangue. Due le incognite: Tanner, che è una testa calda, e
un Texas ranger a un passo dal pensionamento, che come detective sa
il fatto suo meglio di tutti gli altri.
Mackenzie è un giovane e brillante
regista inglese. I suoi esordi non sono stati tra i migliori ma poi
la sua filmografia ha saputo fare quel salto in avanti. Ha intrapreso
così la strada delle storie difficili come il precedente Starred
Up un prison movie duro e
robusto.
Hell or High Water è l'opera più
politica e ambiziosa del regista, il quale affonda un duro colpo
criticando aspramente il ruolo delle banche e delle loro misure
burocratiche per ottenere piccoli pezzi di terra da famiglie povere e
problematiche.
Comancheria, il titolo originale, parla
di tante cose strutturando appunto la critica più grossa sulle
istituzioni ma portando a galla temi universali come il difficile
rapporto tra due fratelli, un nucleo familiare distrutto, il senso di
colpa e la scelta di fare qualcosa di sbagliato per una buona ragione
arrivando anche a sacrificarsi per la causa.
Sono degli anti-eroi i nostri
protagonisti travestiti solo apparentemente da criminali rapinando
banche e buttandosi in inseguimenti rocamboleschi. Eppure la
tensione è alta così come i sentimenti all'interno del film il
quale riesce ad essere molto equilibrato senza eccedere e soprattutto
senza farsi prendere dalla voglia di esagerare, rimanendo sempre
molto teso ed equilibrato trovandoci immersi in un paesaggio
geografico e umano rude e sanguigno.
Oltre ad essere un film solido e maturo
riesce a rendere convincente anche un belloccio come Pine che qui
trova la sua interpretazione migliore accompagnato dal bravo Foster
(che però vediamo sempre incastrato negli stessi ruoli) e Bridges
che lavora su un accento squisito.
Hell or High Water è però anche un
film che si prende i suoi tempi. Per questo il trascinarsi a lungo,
indeciso se puntare sul thriller o il ritratto psicologico o il
western lirico e moderno, sono tutte scelte da parte del regista che
rimangono tutte facciate riuscendo a inserirsi da soli nella storia
dandole ancora più complessità e umanità soprattutto in alcuni
dialoghi tra i due fratelli.
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