Titolo: Double
Regia: Richard Ayoade
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Adattamento cinematografico del romanzo di Fyodor
Dostoyevsky, "Il doppio", il film racconta la storia di un uomo
insignificante che viene portato quasi ad un esaurimento nervoso dalla comparsa
di un suo sosia.
Il doppio si presta ormai davvero ha svariate
interpretazioni anche se di queste forse
ne dovremmo prendere in considerazione almeno due: il doppio (doppelgänger)
nella cultura tedesca, sosia malvagio e spesso opposto alla psicologia
dell'individuo e il doppio come simbolo, rappresentazione, sdoppiamento
psicologico conosciuto in termini tecnici anche dalla psichiatria moderna.
Ayoade crea un mondo distopico e kafkiano dove la
burocrazia, l’alienazione fanno da padroni, in una società davvero
impressionante per quanto in fondo incarna una dura realtà in molti luoghi di
lavoro e cerca di riflettere sul senso da dare alla propria esistenza.
Un film complesso, tutt’altro che facile e dimostra il
talento di Ayoade che in questo caso punta tantissimo sulla scelta delle
inquadrature, il sound, le interpretazioni e il lavoro meticoloso del
production design che crea un universo cupo, spesso sotterraneo, pieno di
rumorosi ascensori, luci tremolanti e televisori, fotocopiatrici e prototipi di
computer degli anni '50.
Sembra di stare in un sotterraneo claustrofobico, ma
d’altronde anche gli esterni non incoraggiano e lasciano perplessi, in più il
suicidio anomico e alcuni bruschi cambi di personalità, danno quell’atmosfera
di noir che non mi capitava di vedere da tempo e devo dire che oltre alla
scelta inusuale, la sfida del regista e della crew è stata vinta sotto quasi
tutti gli aspetti.
Sono solo due gli aspetti su cui secondo me la pellicola
deraglia. L’adattamento non può essere certo al livello della penna del maestro
russo e non si capisce perché, se di rappresentazione figurativa di un
malessere sociale si tratta (o il frutto di una nevrosi o di una schizofrenia),
James non è solo proiezione di Simon ma un personaggio reale di cui è
impossibile comprendere fino in fondo la natura.
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