Titolo: Codice 999
Regia: John Hillcoat
Anno: 2016
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Michael e la sua banda sono capaci di
colpi grossi: sono ex militari e poliziotti corrotti, addestrati,
armati, senza scrupoli. La russa Irina, però, li tiene in pugno, e
questa volta l'unico modo per accontentarla sembra essere quello di
far scattare un 999. Solo uccidendo un agente, infatti, e sfruttando
il richiamo di tutte le volanti sul luogo, Michael e i suoi avranno
tutto il tempo di andare a segno altrove. Se poi quell'agente è
Chris, nuovo del reparto e nipote del capo, ancora meglio. O forse
no. Forse qualcosa andrà storto, in maniera del tutto imprevedibile,
perché così è la vita e così funziona il buon cinema.
Codice 999 ha tante falle e un finale
prevedibile. E' molto eccitante ma anche banale, sfruttando alcuni
clichè come i russi cattivi e altri elementi che ormai sembrano
deteriorati.
E' un poliziesco con la dolenza del
noir che non riesce ad andare oltre alle aspettative e i numerosi
limiti di scrittura.
Eppure con tutti i problemi del caso è
un film di una potenza incredibile.
Hillcoat secondo me è un regista molto
dotato, possiede ritmo e mestiere da vendere e alla fine confeziona
un lurido film di serie b che da la prova di come sia esperto nel
creare e sostenere la tensione. Codice 999 è davvero cattivo, niente
e nessuno si salva in questo
actioner nichilista e brutale,
ambientato in un mondo dove la corruzione dilaga e la malavita fa le
leggi. Non esiste il concetto di "buono" se non in Chris,
il sempre perfetto Casey Affleck, che però da solo non è in grado
di prevedere giri di potere e collegamenti più grandi di lui.
Ad un certo punto sparisce pure dal
film per quasi una ventina di minuti in cui la regia sposta l'azione
e il dramma sui componenti della banda di Michael.
Con un cast stellare con tanti
personaggi e poca caratterizzazione, Hillcoat straborda, innaffia di
sangue e violenza le pareti dello schermo senza lasciare speranze ma
continuando a far capire e sostenere la tesi che non esista un buono
e un cattivo ma siamo tutti portatori di un cancro insanabile che non
riusciamo a vedere.
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