Titolo: Baoh
Regia: Hiroyuki Yokoyama
Anno: 1989
Paese: Giappone
Giudizio: 3/5
Il gruppo DRES, un'organizzazione
criminale che si occupa di bioingegnerie applicate a scopi bellici,
sviluppa in segreto, attraverso numerosi esperimenti su cavie animali
e umane, una potentissima arma biologica, un letale parassita
vermiforme da impiantare nel corpo di una sfortunata cavia. Quando
avrà compiuto il suo ciclo evolutivo, il parassita deporrà le uova
nel corpo dell'ospite, che sarà veicolo del contagio prima di essere
ucciso dalle secrezioni acide delle larve. Durante il suo sviluppo
all'interno del corpo colonizzato, il verme conferisce all'ospite un
potere di rigenerazione di organi e tessuti danneggiati virtualmente
infinito oltre a una incredibile serie di abilità sovrumane che lo
trasfigurano anche nell’aspetto. L'unica possibilità di uccidere
il portatore infetto è distruggergli la testa e il cervello.
La cosa interessante e per certi versi
originale di un certo tipo di animazione nipponica è quello di non
concedere mezze misure quando si trattano alcuni temi e un'animazione
possiamo dire adulta.
Baoh continua un discorso che ai
giapponesi è sempre stato a cuore come quello degli esperimenti,
della bomba atomica, delle conseguenze impreviste e delle mutazioni.
Tratto da un fumetto e dallo stesso
autore di "Le bizzarre avventure di Jojo", Hirohiko Araki.
Per essere una storia di orrore e
fantascienza con un uso massiccio della violenza con squartamenti e
altro e avendo come protagonisti una bambina e un minore, Yokoyama
non si è davvero risparmiato. In un'ora sono concentrati molti
elementi e tanta azione e da quando Baoh si trasforma ed esplode
sembra di essere tornati a quella ferocia che contraddistingueva OAV
come Devilman o altro, siglando di fatto come i giapponesi fossero ai
vertici della violenza animata, allora come mai.
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