Titolo: Bao
Regia: Domee Shii
Anno: 2018
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Come ogni mattina una donna si alza dal
letto e subito prepara il pranzo che il marito porterà a lavoro:
deliziosi “sream bun” (quelli che chiamiamo ravioli al vapore) di
cui è maestra indiscussa. Dopo che l’uomo è uscito, nel silenzio
della casa vuota, la donna si appresta ad assaggiare la sua arte
quando il bocconcino che sta per ingoiare improvvisamente prende
vita, com un neonato. Spinta dal suo istinto materno, la donna inizia
ad accudire il piccolo e vederlo crescere giorno dopo giorno.
Forse qualcuno avvezzo al cinema di
genere, si ricorderà certo il mediometraggio girato da Chan per i
THREE OF HORRORS come mediometraggio e poi il lungometraggio,
l'inquietante Dumplings.
L'idea era che i ravioli cinesi fossero
in realtà dei feti e mangiarli aiutava le persone a vivere più a
lungo. Qui in comune c'è solo il raviolo. La Pixar allarga come la
Disney il suo controllo e chiama questa interessante regista cinese a
tessere la sua appassionante storia di pochi minuti.
Tutto il corto è un'appassionante
allegoria sul rapporto tra una madre e un piccolo raviolo come a
sostituire il figlio ormai grande partito per gli studi.
Il piccolo che cresce, la sua voglia
d'indipendenza, i legami che crea con la famiglia (in particolare con
la madre) e alla fine il ricongiungimento sono i temi su cui si
sviluppa il cortometraggio.
Un'opera che ancora di più segna il
bisogno della Pixar di sdoganare e uscire fuori dai confini per
regalare storie nuove e riuscire così ad appassionare un nuovo
pubblico.
La Shii coniuga quella da lei vissuta
come la Empty-nest syndrome per tutta la durata del corto; il
rapporto tra la madre del corto e il piccolo raviolo va a sostituire
quello che la donna aveva con il figlio che ha ormai lasciato la casa
per iniziare una propria vita. Un fenomeno che soprattutto in Cina è
molto sentito.
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