Titolo: Ava
Regia: Léa Mysius
Anno: 2017
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
Ava, tredici anni. Durante l’estate,
in vacanza al mare, scopre che sta perdendo la vista sempre più
rapidamente. La madre ha deciso che questa dovrà essere l’estate
più bella della vita di sua figlia, ma Ava affronta il problema, la
vita e l’estate a modo suo. Un giorno, Ava ruba un grosso cane nero
a un ragazzo gitano…
Vincitore del Grand Prix della Giuria e
del premio SACD alla Semaine de la Critique del Festival di Cannes
2017, Ava segna l'esordio di Mysius dietro la macchina da presa
portando di fatto l'ingresso nella settima arte di un artista molto
eclettica, colorata e con una sua personalissima idea di cinema.
Un'opera densa e complessa ricca di
sfaccettature e significati, metafore e interpretazioni, disegnando
un ritratto realista dell'adolescenza e tutti i suoi numerosi
problemi volando verso visioni oniriche (come il segno di lei
abbastanza inquietante) senza mai distaccarsi troppo dalla realtà.
Con una protagonista semplicemnete
fantastica, una venere d'argilla, la regista ci mostra il suo mondo
quello intrappolato da una malattia che sembra rubarle quello sguardo
sul mondo e sul futuro che lei ancora tredicenne vuole scoprire in
questo viaggio d'iniziazione e soprattutto emancipazione dagli adulti
(rapporto spesso di competizione con la madre, le forze dell'ordine
da attaccare e i nudisti ricchi da derubare in spiaggia)
E allora è proprio dalla paura di una
disgrazia imminente che Ava trova la forza per mettersi in viaggio
con un insolito compagno che vive di espedienti e il suo cane nero
che svolge un ruolo da mediatore famigliare tra i due giovani
protagonisti.
Tra furti sulla spiaggia, matrimoni
clandestini, scontri con la madre ancora in cerca di gigolò che la
possano sorpendere, Ana è tutto, un'idea di cinema che va oltre la
semplice narrazione e capace di saper narrare tante tappe con
moltissime scene e monmenti originali ricchi di quella freschezza di
chi ha dalla sua una miriade di idee da sviluppare. E poi i suoni, le
musiche straordinarie capaci di farti mettere in pausa la pellicola e
metterti a ballare intorno alla stanza "Sabali"di Amaduo &
Mariam, una canzone capace rimane in testa e poi la scoperta della
sessualità in modo molto dolce e innocente come spesso nei film di
formazione i francesi sanno descrivere molto bene.
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