Boy, una persona sorda con una vivace immaginazione, deve fare i conti con l'assassinio della sua famiglia. Viene addestrato da un misterioso sciamano a reprimere la sua immaginazione infantile e a diventare uno strumento di morte.
Ormai Hollywood ci ha abituati ai grandi giochi di morte mediatici. A partire da Glaser nel'87, qui abbiamo un futuro distopico, una dittatrice fascista, l'abbattimento ovvero un gioco dove alcuni nemici vengono giustiziati sulla televisione nazionale. I toni da fumetti, la produzione che vede tra gli associati Raimi, il ritmo concitato, la violenza stilosa e messa a puntino che crea quell'effetto di esercizio di stile a volte ai limiti del parossismo con un grand guignol cercato e gratuito e tutti gli annessi e connessi della causa da personaggi esageratamente fuori dai ranghi a dialoghi che in fondo apportano ben poco alla narrazione. Il protagonista sarà il classico personaggio fuori dagli schemi che troverà tutte le risposte ai suoi dubbi e all'essere stato manipolato per troppi anni alla ricerca finale di una risposta e una certezza.
Boy Kills Worlds è un giocattolone che può divertire chi non è avvezzo al genere, ma se si ha una nutrita conoscenza di questo genere di prodotto in più di una scena quel senso di già visto ed esageratamente patinato non riuscirà a staccarsi dal vostro immaginario.
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