Sam è un venditore porta a porta che viaggia attraverso il deserto della California in cerca di clienti, ma la zona sembra deserta. Nel frattempo sua moglie non risponda alle telefonate. E' come se tutti lo stessero evitando e il suo unico contatto con il mondo esterno è una stazione radio locale. Il conduttore, uno strano personaggio di nome Eddy, sta prendendo alcune telefonate che denunciano un assassino di bambini a piede libero, spingendo gli ascoltatori a dare la caccia all'uomo, senza esitare a ucciderlo. Ben presto, Sam realizza di essere considerato lui stesso il killer che tutti stanno cercando...
Sam was here è un film furbetto che riesce però nei suoi 100' a mettere insieme una bella atmosfera che per qualche strano motivo mi ha fatto venire in mente solo per qualche secondo uno dei miei cult di riferimento Wake in fright dove anche qui c'è una sorta di landa desolata che pur non essendo nelle outlands australiane si trova nel deserto americano tra case assemblate nel peggiore dei modi e camper lasciati a marcire al sole. Ed è qui che il nostro protagonista inizierà il suo calvario e la sua discesa all'inferno. Come diceva il buon Matheson in IO SONO LEGGENDA , il libro non quella schifezza di film moderno, la normalità è un concetto di maggioranza: la norma di molti è non quella di uno solo. Sam inizierà a delirare dopo la totale assenza di stimoli, di incontri, di umanità, ma presto scoprirà l'orrore di essere messo al patibolo come capro espiatorio e vittima sacrificale..il film gioca bene sul vero elemento ad effetto..sarà lui o non sarà lui il killer che tutti i redneck stanno cercando e a cui riserveranno un trattamento di riguardo sciogliendolo nell'acido?
Nessun commento:
Posta un commento