Titolo: Faida
Regia: Joshua Marston
Anno: 2011
Paese: Albania
Giudizio: 4/5
Nik è un diciassettenne che frequenta
l'ultimo anno delle superiori in una piccola città di campagna
dell'Albania e sogna di poter aprire un Internet Point dopo il
diploma mentre prova i primi sentimenti d'amore per una coetanea. La
sorella, Rudina, ha quindici anni e vorrebbe poter frequentare in
futuro l'università. Il padre, che lavora consegnando porta a porta
derrate alimentari, viene a conflitto per questioni di passaggio di
proprietà con un'altra famiglia. Ne nasce uno scontro che porta alla
morte di un uomo. Il padre di Nik viene accusato e fugge. Ora, per un
antico codice balcanico, la famiglia del defunto può rivalersi
uccidendo un maschio rivale. Nik deve smettere di andare a scuola e
il peso del mantenimento della famiglia ricade su Rudina che smette a
sua volta di studiare. Nik decide di uscire dalla situazione cercando
di trovare uno sbocco alla faida.
Marston dopo MARIA FULL OF GRACE torna
a interessarsi al cinema di denuncia, dell'intercultura, al tema del
difficile passaggio dall'adolescenza all'età adulta in una società
dominata da antiche regole senza spazio per i giovani e dove il
cambiamento di alcuni dogmi sembra impossibile da modificare. Una
storia molto cruda, reale che lascia i suoi protagonisti in un limbo
nell'attesa di avere informazioni sul proprio padre nascosto come un
prigioniero e costretti a subire le angherie delle famiglie rivali.
Perchè è proprio venire a conoscenza dell'elemento antropologico
legato alle cinquecentesche norme del Kanun che riconosce legalità a
quella che in Italia definiamo la faida è l'apporto più
interessante del film in una zona del paese dove la micro società
sembra voler continuare a vivere in un tardo medioevo, un'epoca buia
fatta di odi e vendette in cui addirittura viene presa di mira una
bambina, Rudina, la sorella del protagonista quando cerca di vendere
derrate alimentari al posto del padre.
L'incidente scatenante poi è così
assurdo da sembrare quasi ridicolo. Il film visto dai più giovani si
avvale di una recitazione spontanea priva di eccessi lasciando la
speranza nel cambiamento di chi come Nik cerca di ragionare sui fatti
e non accettarli perchè da tradizione. Pur avendo un ritmo a tratti
altalenante, il film segue una sua rigorosa riflessione sfuggendo da
paternalismi, portando Nik ad essere un adulto-giovane in casa e
possedendo suspance e thriller ben strutturati per un certo tipo di
cinema albanese che non è solito poter vedere al cinema e distribuito
da noi.
Orso d'argento per la sceneggiatura a
Berlino
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