lunedì 23 marzo 2020

Outsider


Titolo: Outsider
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5

The Outsider inizia seguendo un'indagine apparentemente semplice sull'omicidio raccapricciante di un ragazzo. Ma quando un'insidiosa forza soprannaturale si fa strada nel caso, un poliziotto esperto e un investigatore poco ortodosso sono portati a mettere in discussione tutto ciò in cui credono.

Strappo un 3/5 al pelo con un più no che sì. Una serie tv abbastanza fiacca, dell’onnipresente King ancora una volta riadattato per un pubblico di fan che vuole incessantemente che i lavori del maestro del brivido vengano sdoganati nella settima arte. Il cinema ha più volte dimostrato, a seconda anche dei talenti posti alla regia e alla scrittura, quali si siano salvati e quali no e sono tanti da entrambe le parti.
Parto con una premessa. Di solito quando scrivo le recensioni dei film di King leggo sempre anche i libri.
Si millanta tanto questa serie come se fosse finalmente quella via di mezzo che riadatta il folk-horror e la narrativa fiabesca e mitologica con funzioni apotropaiche, mischiando elementi di It e i Vampiri di Salem, Dracula di Stoker, godendo di un budget faraonico e mettendo insieme un crew di attori tutti, o quasi, in parte. Capitanati da Mendelsohn, un attore che adoro che riesce a comunicare ed essere espressivo pure con gli occhi chiusi, si scoperchiava un vaso di Pandora con elementi horror, drama, sci-fi, poliziesco, mistery e tanto altro ancora. I drammi per bambini scomparsi erano solo il segmento finale per costruire una analisi complessa sul dolore e farci finire dentro la maggior parte dei personaggi in una comunità marcia dove l’irrazionale strisciante assume diverse forme e identità. La stessa comunità divisa da una purulenta e potenziale malvagità insita in ognuno di noi dove infine il soprannaturale convive sullo stesso piano della nostra realtà e sembra questo il tema su cui la serie Hbo si concentra maggiormente ma a differenza di serie intoccabili come True Detective-Season 1 (e qui le similitudini non vanno nemmeno prese in considerazione) il bello del lavoro di Pizzolato era puntare ad un impianto di semina e raccolta dove il personaggio arrivava prima dell’evento in sé agendo in un ambiente definito da regole precise e subito individuabili mentre qui l’impianto è stato ribaltato con effetti nefasti.
Outsider parte molto bene (i primi due episodi), ha una parte centrale noiosissima e riempitiva (4-5-6) in cui i dettagli delle sotto storie vengono ampiamente sottolineate ed evidenziate da Holly nel monologo in cui mostra a tutti con cosa avranno a che fare (forse uno dei momenti più alti della serie) e finisce maluccio, mettendo l’acceleratore all’interno di quella caverna dove credo tutti si aspettassero qualcosa di più.
Outsider inquadra molto bene alcuni problemi legati alla serialità, alla mancanza di riuscire a trasformare quei non detti del romanzo, a dover spesso ripetere formule e dettagli già ampiamente trasmessi al pubblico se non in maniera palese, come dovrebbe essere il cinema, con dei dettagli per stuzzicare l’attenzione e la voglia di coinvolgersi magari prendendo qualche appunto.
La divisione bene e male non è mai stata divisa in maniera così netta, lo stesso ruolo della comunità che con maestranze diverse si stringerà al dramma successo per combattere lo straniero, questa strana calamità che chiede nutrimento prendendo le sembianze umane. “Perché i bambini?” chiede nel finale uno dei protagonisti al vampiro aka l’uomo nero aka El Cuco e la creatura risponderà “perché sono più buoni”
Fate attenzione perché il vero colpo di scena arriverà dopo i titoli di coda dell’ultimo episodio.


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