Titolo: Outsider
Regia: AA,VV
Anno: 2020
Paese: Usa
Stagione: 1
Episodi: 10
Giudizio: 3/5
The Outsider inizia seguendo un'indagine apparentemente
semplice sull'omicidio raccapricciante di un ragazzo. Ma quando un'insidiosa
forza soprannaturale si fa strada nel caso, un poliziotto esperto e un
investigatore poco ortodosso sono portati a mettere in discussione tutto ciò in
cui credono.
Strappo un 3/5 al pelo con un più no che sì. Una serie tv
abbastanza fiacca, dell’onnipresente King ancora una volta riadattato per un
pubblico di fan che vuole incessantemente che i lavori del maestro del brivido
vengano sdoganati nella settima arte. Il cinema ha più volte dimostrato, a
seconda anche dei talenti posti alla regia e alla scrittura, quali si siano
salvati e quali no e sono tanti da entrambe le parti.
Parto con una premessa. Di solito quando scrivo le
recensioni dei film di King leggo sempre anche i libri.
Pet Sematary(2019), Pet Sematary(1989), It(1990), It-Prima parte(2017), It-seconda parte(2019), Nell'erba alta, Ombra dello scorpione, Grano rosso sangue, Grano rosso sangue 2-L’ultimo sacrificio, Night Flier. In Questo caso non ho avuto
ancora l’occasione ma lo farò presto.
Si millanta tanto questa serie come se fosse finalmente
quella via di mezzo che riadatta il folk-horror e la narrativa fiabesca e
mitologica con funzioni apotropaiche, mischiando elementi di It e i Vampiri di
Salem, Dracula di Stoker, godendo di un budget faraonico e mettendo insieme un
crew di attori tutti, o quasi, in parte. Capitanati da Mendelsohn, un attore
che adoro che riesce a comunicare ed essere espressivo pure con gli occhi
chiusi, si scoperchiava un vaso di Pandora con elementi horror, drama, sci-fi,
poliziesco, mistery e tanto altro ancora. I drammi per bambini scomparsi erano solo
il segmento finale per costruire una analisi complessa sul dolore e farci
finire dentro la maggior parte dei personaggi in una comunità marcia dove
l’irrazionale strisciante assume diverse forme e identità. La stessa comunità
divisa da una purulenta e potenziale malvagità insita in ognuno di noi dove
infine il soprannaturale convive sullo stesso piano della nostra realtà e
sembra questo il tema su cui la serie Hbo si concentra maggiormente ma a
differenza di serie intoccabili come True Detective-Season 1 (e qui le similitudini non
vanno nemmeno prese in considerazione) il bello del lavoro di Pizzolato era
puntare ad un impianto di semina e raccolta dove il personaggio arrivava prima
dell’evento in sé agendo in un ambiente definito da regole precise e subito
individuabili mentre qui l’impianto è stato ribaltato con effetti nefasti.
Outsider parte molto bene (i primi due episodi), ha una
parte centrale noiosissima e riempitiva (4-5-6) in cui i dettagli delle sotto
storie vengono ampiamente sottolineate ed evidenziate da Holly nel monologo in
cui mostra a tutti con cosa avranno a che fare (forse uno dei momenti più alti
della serie) e finisce maluccio, mettendo l’acceleratore all’interno di quella
caverna dove credo tutti si aspettassero qualcosa di più.
Outsider inquadra molto bene alcuni problemi legati alla
serialità, alla mancanza di riuscire a trasformare quei non detti del romanzo,
a dover spesso ripetere formule e dettagli già ampiamente trasmessi al pubblico
se non in maniera palese, come dovrebbe essere il cinema, con dei dettagli per
stuzzicare l’attenzione e la voglia di coinvolgersi magari prendendo qualche
appunto.
La divisione bene e male non è mai stata divisa in
maniera così netta, lo stesso ruolo della comunità che con maestranze diverse
si stringerà al dramma successo per combattere lo straniero, questa strana
calamità che chiede nutrimento prendendo le sembianze umane. “Perché i
bambini?” chiede nel finale uno dei protagonisti al vampiro aka l’uomo nero aka
El Cuco e la creatura risponderà “perché sono più buoni”
Fate attenzione perché il vero colpo di scena arriverà
dopo i titoli di coda dell’ultimo episodio.
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