Titolo: Brazil
Regia: Terry Gilliam
Anno: 1985
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
In un mondo dove la burocrazia e lo
statalismo regnano incontrastati, anche una lettera sbagliata può
essere fonte di malintesi .
Da questo errore nasce l’avventura di
Sam Laurie, impiegatuccio represso dal lavoro e dalla madre, che in
un ultimo slancio di ribellione ed amore non ricambiato si getta a
capofitto in una impari lotta contro la perfetta macchina statale che
tutto vede e tutto decide.
Brazil segna un punto di svolta
importante e necessario per un autore iperattivo come Gilliam.
D'altronde diciamo che il film in questione è la summa di tutta la
sua ideologia, quello che più gli preme comunicare allo spettatore
liberandolo dalle catene di un sistema che decide per lui. Da qui
partono Kafka e Orwell su tutti prendendo dal primo il personaggio di
Laurie ispirato da un certo Gregor, un personaggio che conduce una
vita noiosa e abitudinaria come quasi tutti, dal secondo gli aspetti
distopici del film e null'altro.
Brazil è uno di quei film manifesto
degli anni '80 che voleva svegliare le coscienze, deridere un modello
economico obsoleto come la burocrazia anche se Weber non sarebbe
d'accordo.
Proprio la burocrazia diventa la
conseguenza e una sorta di macro nemico che rallenta le vite grigie,
monotone e spente dei cittadini, prendendo il sopravvento e tenendo
in scacco quasi tutta la popolazione a parte i terroristi, i ribelli,
coloro che si oppongono.
La critica dunque arriva da Gilliam a
colpire un governo che ormai ha annullato la libertà di pensiero,
bocciato la creatività, lasciando la popolazione come scarafaggi a
girare su se stessi. Burocrazia, governo e poi l'industria che
diventa metafora perfetta del freddo, dell'anonimato,
dell'indifferenza e dell'incapacità di provare emozioni.
Brazil ha così tante scene madri,
intuizioni, dialoghi memorabili, una galleria di personaggi curiosi e
grotteschi, arrivando a creare un mondo fatto di tubi, condotti,
passaggi che non si capisce bene dove portino ma segnati comunque da
un'ordine voluto dai piani alti con cui controllare sempre tutto e
tutti.
Brazil è amaro e fa il colpo proprio
perchè rifugge da un buonismo di fondo, non crede sia opportuno
inserire un happy ending con un clima di quel tipo, la società
essendo controllata non può essere liberata da un uomo solo e infine
assistiamo al trionfo del Grande Fratello, in un climax freddo e
spietato dove addirittura Laurie viene lobotomizzato.
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