Titolo: Hellboy(2004)
Regia: Guillermo del Toro
Anno: 2004
Paese: Usa
Giudizio: 3/5
Nato dalle fiamme dell'inferno durante la Seconda guerra mondiale, Hellboy è stato chiamato sulla Terra a commettere il male dal malefico Grigori Rasputin. Destinato ad essere il presagio vivente dell'Apocalisse, Hellboy è stato salvato dal professor Broom, capo delle forze alleate e fondatore dell'Ufficio segreto per la ricerca sul paranormale e la difesa. Il professore lo ha allevato come un figlio e lo ha aiutato a sviluppare i suoi straordinari poteri paranormali. Nonostante le sue origini oscure, Hellboy è diventato così un'incredibile forza del bene, in lotta contro le entità malvagie che minacciano il mondo...
Per grandi film occorrono grandi registi. Verrebbe quasi da usare questa come frase d’esordio per il primo dei due capitoli diretti dal grandissimo Del Toro su uno dei personaggi più interessanti dei comics degli ultimi tempi nati dal talento del geniale Mignola.
Hellboy vanta all’attivo due film e svariati OAV. Questo primo lavoro è straordinario per la potenza visiva, lo stile non sempre perfetto ma adattissimo al genere. Il lungo lavoro di preparazione e i numerosissimi personaggi e mostri che il film crea come una macchina senza mai fermarsi.
Quando Del Toro ha incontrato la possibilità di girare Hellboy ha immediatamente intuito la possibilità di confrontarsi con una contaminazioni di elementi che fanno del fantasy, dell’esoterico, del polizziottesco, dell’horror, della pura e adrenalinica azione, tutto un agglomerato che poteva essere affidato ad un perfetto Perlman che regala uno dei migliori personaggi degli ultimi tempi.
Sembra che ci sguazzi a pennello dentro la tuta e tutto il resto. L’atmosfera tetra e ottimamente fotografata, i personaggi deliziosi, gli antagonisti raffinati (un Roden perfetto per interpretare il super nemico di Hellboy ovvero Rasputin), le scenografie sono davvero tante e suggestive dalla prima all’ultima.
Le riprese e lo stile in 3d riescono a convogliare a nozze sbagliando solamente qualche piccolo dettaglio sfuggito alla post-produzione.
Certo è un compendio di numerosissimi cambi di ritmo e di spostamento dell’azione, come una location che cambia continuamente non lasciando il tempo di soffermarsi sul perché di quello che sta accadendo, ma Del Toro è anche così ovvero non lascia un solo minuto ma travolge e investe continuamente lo spettatore con immagini studiate attentamente. Non siamo al livello del capitol.o successivo in cui il regista riesce a configurare perfettamente stile, classe, campionario di temi da trattare e il peso infine sempre fondamentale della narrazione ma se le opere prime sui supereroi fossero tutte così allora non ci sarebbero così tanti cinecomics da buttare nella spazzatura come capita da qualche anno a questa parte
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