venerdì 4 febbraio 2022

Blood Paradise


Titolo: Blood Paradise
Regia: Patrick von Barkenberg
Anno: 2018
Paese: Svezia
Giudizio: 4/5

In difficoltà dopo il flop del suo ultimo romanzo, la scrittrice di best-seller di genere crime Robin Richards viene inviata dal suo editore nella campagna svedese per ritrovare l’ispirazione. Lì, da sola, incontra un assortimento di personaggi peculiari, tra cui il suo autista e il suo fan più ossessivo, la moglie incredibilmente gelosa e l’uomo progressivamente più sconvolto che possiede la fattoria di cui è ospite. Totalmente fuori posto nel suo nuovo ambiente – ad esempio, è sempre vestita per la vita glamour della grande città – Robin scopre quanto pericolosi possano essere questi strani tizi.
 
Blood Paradise fin dalla scena iniziale propone un certo tipo di cinema indipendente coraggioso e pieno di idee con una protagonista esageratamente attraente e tutti i topoi di genere che lo rimandano ad un thriller, una dramedy con tinte grottesche, attimi di non sense, personaggi assurdi che sembrano usciti da un Polanski allucinato con il suo CHE?.
Blood Paradise è fresco e vitale come i luoghi che assapora, le campagne immerse nella natura in una Svezia quanto mai insolita con paesaggi magnifici popolati da bifolchi e perversi di ogni natura.
Un film che rincorre una certa idea di cinema di genere, dove i cambi repentini sono una scelta che Barkenberg segue pedestremente come il cambio di vita tra la grande città e la campagna, il lusso e la vita quotidiana contadina. Tutto questo porta la razionalità di Robin a esplodere mano a mano che i personaggi attorno a lei sembrino volerla possedere a tutti i costi.
Ironico, con scene e sequenze indimenticabili, con alcuni grossi passi falsi nel terzo atto dove viene aggiunto tanto, troppo, soprattutto con delle scene "torture" che a conti fatti non hanno molto senso e non danno polso aggiungendo poco e male alla storia.
Un film misteriosamente sconosciuto che spero venga, come molti suoi simili, distribuito il prima possibile.

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