Titolo: Dov’è il mio corpo
Regia: Jeremy Caplin
Anno: 2019
Paese: Francia
Giudizio: 4/5
A Parigi, la mano recisa di un giovane uomo evade da un
laboratorio di dissezione anatomica decisa a ritrovare il corpo a cui
appartiene. Il viaggio sarà funambolico e impervio ma sostenuto dalla presenza
persistente di Naoufel, con cui la mano è cresciuta e a cui ripensa
costantemente risalendo il tempo fino alla sua infanzia felice. Un'infanzia
bruscamente interrotta da un incidente che lo ha reso orfano e lo ha affidato a
un anaffettivo parente prossimo. La mano avanza lungo la strada e dentro il
tempo fino a incontrare Naoufel e Gabrielle, una cliente a cui il ragazzo
consegna la pizza e il cuore. Perché suo malgrado Naoufel è un corriere,
impiegato in una misera pizzeria da cui vorrebbe fuggire per esistere. Ad
accarezzarne il sonno e a favorirne il destino sarà la sua mano, ostinata nella
ricerca e nel 'legame'.
Jeremy Caplin è un regista da tenere d’occhio. Riesce a
costruire una fiaba moderna e paranormale che osa mettere in scena e rischiare
in uno spartito di generi dove i sentimenti emergono in tutta la loro
complessità e armonia.
Due storie parallele in tre piani temporali differenti
attraversano Parigi nel caos frenetico e nel sottosuolo. Una mano e un ragazzo,
due storie che si intrecciano e un obbiettivo comune: ritrovarsi e mettersi in
contatto.
Il titolo del film allude ad un cammino di scoperta, un
viaggio alla ricerca di se stessi e di un’anima gemella che può essere una
parte del corpo come una ragazza di cui si è sentita solo la voce al citofono.
Un film di speranze per mostrare il dolore della perdita,
di angosce che trovano una breccia tra le tante insidie del mondo per superare
la tragedia, i pericoli che possono arrivare inaspettati, la resilienza verso
una società ostica che distrugge ogni speranza e ogni sogno nel cassetto.
Alla fine il film di Caplin volge verso un finale
delicato e prezioso, affascinante e condito da una colonna sonora semplicemente
straordinaria da ascoltare in loop dove il bisogno di ritrovare ciò che si è
perso supera ogni ostacolo.
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