Titolo: And then i go
Regia: Vincent Grashaw
Anno: 2013
Paese: Usa
Giudizio: 4/5
Nel mondo crudele delle scuole medie, Edwin
vive in un costante stato d'ansia e alienazione insieme al suo unico amico
Flake. Incompresi dalle rispettive famiglie e demoralizzati dalla vita
scolastica di tutti i giorni, si scatena lentamente un potente desiderio di
vendetta che li porterà verso conseguenze terrificanti.
And then i go insegna che pur avendo una
famiglia funzionale e non disfunzionale si può finire vittima di un malessere
esterno generato dal bullismo, dalla scarsa considerazione, dalla bassa autostima,
da un’ambiente ostico sempre più votato alla competizione dove le prime vittime
sono adolescenti fragili.
Grashaw è giovane, ha un anno in più di me,
è al suo secondo film è sembra consolidare un suo bisogno personale di
confrontarsi con i fantasmi dell’America, in particolar modo le infezioni che
pullulano l’ambiente dell’adolescenza tra carceri, scuole, case e ambienti dove
non si riesce mai a rimanere protetti. Da qui il bisogno di combattere le
proprie paure e debolezze seminando un odio interno e innaffiandolo di rabbia,
frustrazione e odio indiscriminato verso un esterno alieno che diventa
un’ambiente e nello specifico la scuola.
Di film sulle stragi nelle scuole americane
il cinema è pieno, ma mentre il migliore rimane E ora parliamo di Kevin coraggioso nell’affrontare il dopo senza ricorrere a scene d’azione nella
scuola, And then i go affronta in maniera indelebile e sintomatica la paura di
due giovani in un quadro intimista solido ed efficace dove solo nel climax
finale vediamo scatenarsi la tragedia fisica e scenica dopo che l’orrore che ha
devastato i sentimenti dei due protagonisti è già imploso da tempo. Un film
denso di una drammaticità esemplare nel saper ricondurre tutto in quello
sguardo perso di un adolescente che anzichè aderire ad un amore e una purezza
che cerca di mantenere vede il mondo esterno e gli adulti distruggere tutte le
sue speranze condannandolo a scegliere il lato oscuro.
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