Titolo: Serpente a sonagli
Regia: Zak Hilditch
Anno: 2019
Paese: Usa
Giudizio: 2/5
Dopo che sua figlia viene morsa da un
serpente a sonagli, una mamma single accetta l'aiuto di una donna
misteriosa e si ritrova a stringere un patto impensabile per ripagare
il suo debito.
Serpente a sonagli parte da un assunto
molto in voga nel cinema, una sorta di log-line sempre funzionale che
richiede però, ad oggi sempre di più, una capacità di scrittura
per niente scontata.
Cosa saresti disposta a fare per
salvare la vita a tuo figlio?
Zak Hilditch aveva esordito con quella
piccola chicca post-apocalittica di These Final Hours.
Passano gli anni, nel mentre adatta una
storiella di King e poi si lascia contaminare da questo nuovo dramma,
in alcuni casi teso e con alcune scene decisamente interessanti, ma
che perde presto i binari per diventare una via di mezzo tra un
thriller e un horror senza di fatto bucare mai lo schermo e
diventando in alcuni casi anche abbastanza scontato e noiosetto dal
momento che soprattutto dal secondo atto in avanti, si perdono
completamente i colpi di scena, il ritmo cala drasticamente e gli
intenti dei personaggi appaiono inconsistenti e deboli.
Un film che almeno nella prima parte ci
prova con quella sorta di leggenda su quella donna che strizza
l'occhio anche al bellissimo Mothman Prophecies–Voci dall'ombra. Un'opera che sembra
fatta di fretta, una corsa contro il tempo, in cui come dicevo le
scene iniziali sono molto efficaci nello stabilire l’atmosfera e la
tensione nonchè a prefigurare tutto ciò che accadrà. Peccato che
poi tutto questo venga snaturato da un'atmosfera che non raggiunge
mai il livello di suspense che cerca.
Nel terzo atto poi diventa frenetico,
trovando di fatto l'ostacolo maggiore, tralasciando tanti particolari
che non fanno altro che lasciare così che la paura di fondo della
protagonista e la nostra non è mai abbastanza forte da ispirare
davvero empatia e suggerire il pericolo e il timore che abitano la
protagonista.
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