Titolo: Last Heroes
Regia: Roberto D'Antona
Anno: 2019
Paese: Italia
Giudizio: 2/5
Nella tranquilla cittadina di Noara un
profanatore di tombe appassionato di misteri, un venditore
chiacchierone, una giornalista impertinente, un pigro nerd e la
timida assistente di un misterioso bottegaio cieco e muto, si
ritrovano insieme dopo che dove vent'anni prima avevano condiviso un
terribile segreto. Ai giochi si uniscono anche due invasati di
palestra e un poliziotto scettico che da tempo era sulle tracce del
colpevole di un'inspiegabile mattanza di animali. Insieme,
scopriranno l'antica maledizione di Kaisha e si ritroveranno a
fronteggiare i demoni del passato.
A D'Antona bisogna voler bene e
riconoscere gli sforzi fatti finora. Dopo i suoi spericolati primi
lavori Wicked Gift e Fino all'inferno, arriva al suo horror
main-stream possiamo definirlo, il progetto che per ora, vedi il
budget e la messa in scena, rimane il lavoro più ambizioso, quello
che si dice il passo in avanti.
Ora bisogna vedere che passo si vuole
fare..
Last Heroes sceglie un titolo che
strizza l'occhio al panorama estero, cerca di compiacere e
auto-compiacersi, mette nel frullatore così tante simpatiche idee
nonchè clichè e stereotipi che tutti i fruitori del cinema
commerciale in fondo conoscono cercando così di mettere d'accordo
tutti i target possibili.
E'un "Giocattolo" il suo
ultimo film, che ha una certa durata, è recitato come può senza
investire su attori noti o in gamba ma scegliendo e prediligendo la
Big family della L/d production company.
Last Heroes ha sicuramente e
indubbiamente fatto dei passi avanti, pur avendo preferito per i miei
gusti personali Fino all'inferno che ho trovato più coraggioso, ed
essendo un vero amante del cinema di genere più "volgare"
e violento. Il problema del film è il suo essere così
spielberghiano nel non inventare davvero nulla, mostrando streghe,
maghi, infettati, il manipolo di eroi e i loro aiutanti presi dalla
polizia o dalla palestra, senza scardinare nessun preconcetto o
superare alcun modello drammaturgico consolidato nel settore ma
diventando una telefonata galleria di luoghi comuni.
Un film classico, eccessivamente
commerciale che piacerà tanto a chi cerca una favola semplice e
attuale con tutti gli sforzi che comprende senza impegno o volendo
applicarsi di vedere un decente lavoro di scrittura che di fatto non
è avvenuto.
Chiunque volesse o cercasse quella
sollecitazione in più che non è una battuta volgare o una scena di
nudo, allora dovrà cercare altro, dovrà cercare "Il cinema di
genere".
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